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Cronaca

Diciannove operai morti per l'amianto alla Firema: tutti assolti

Per i giudici i manager dell'azienda non sono responsabili dei decessi

Sono stati assolti i manager della Firema accusati di omicidio colposo per la morte di 19 operai dovuta all'esposizione all'amianto. Lo hanno deciso i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che hanno pronunciato un verdetto di non colpevolezza per gli ex amministratori delegati Mario e Giovanni Fiore, ed altri ex dirigenti Maurizio Russo, Enzo Ianuario, Giovanni Iardino, Giuseppe Ricci e Carlo Regazzoni.

Una sentenza di assoluzione con formula piena: "perché il fatto non sussiste" quella pronunciata dai giudici sammaritani per i quali i manager non sarebbero responsabili per quei decessi. La Procura, nel corso della sua arringa, pure aveva invocato l'assoluzione ma con formula dubitativa, cioè per il mancato raggiungimento della prova della colpevolezza degli imputati. Un dubbio che i giudici hanno superato nel loro verdetto con l'assoluzione 'piena' dalle accuse.

Gli imputati - difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato, Massimiliano Oggiano, Daniela De Luca, Carlo Bianco ed Alessandro Orabona - erano usciti indenni, per prescrizione o assoluzione, dal primo processo, in cui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Poi il pm Giacomo Urbano ha aperto una seconda indagine, contestando però l’omicidio colposo; una strategia simile a quella seguita dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alla vicenda dell’Eternit. Al processo si è costituita tra le parti civili anche la Cgil di Caserta rappresentata dagli avvocati Domenico Cannavacciuolo e Sergio Tessitore. 

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