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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Muore dopo l'aborto: 4 condanne per la morte di Maria

I giudici hanno condannato 3 medici ed il ginecologo che l'aveva in cura

Quattro condanne e tre assoluzioni. Si è concluso così il processo per la morte di Maria Ammirati, la ragazza di Marcianise deceduta a 36 anni dopo l'aborto ed un'odissea tra gli ospedali di Caserta e Marcianise.

Il giudice Orazio Rossi del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha pronunciato pochi minuti fa il proprio verdetto: 4 anni a testa per Maria Tamburro, Maria Golino Luigi Vitale; 3 anni per il ginecologo che aveva in cura la ragazza, Nicola Pagano. Assolti, invece, Carmen Luigia De Falco, Andrea Fusco e Pasquale Parisi

La ragazza morì nell'estate del 2012 dopo un'intervento di amniocentesi in seguito al quale la donna iniziò a soffrire di forti dolori addominali. Sintomi che la spinsero a recarsi all'ospedale di Caserta dove le venne diagnosticata una colica renale venendo così dimessa. Il giorno successivo Maria si recò all'ospedale di Marcianise dove finalmente venne acclarata la perdita di liquido amniotico e la morte del feto. L'infezione provocò nella donna una neuropenia. Così la giovane firmò nuovamente le dimissioni dall'ospedale e si recò nuovamente all'ospedale di Caserta dove arrivò alle 20,15, in condizioni già gravissime, morendo nella notte.

La madre di Maria, costituitasi parte civile al processo con gli avvocati Enrico Accinni e Gabriele Amodio, non si è mai rassegnata ed ha invocato giustizia attraverso manifesti affissi a Caserta e lungo il viale Carlo III. Giustizia che oggi è arrivata.

Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Paolo Sperlongano, Isabella Casapulla, Giuseppe Foglia, Paolo Trofino e Bernardino Lombardi. Proprio l'avvocato Lombardi, difensore di Pagano, ha annunciato ricorso in Appello dopo i canonici 90 giorni necessari per le motivazioni della sentenza.

Anche il legale di Vitale, Giuseppe Foglia, annuncia ricorso in Appello. "Rispettiamo la sentenza ma la riteniamo ingiusta per il nostro assistito. Attendiamo le motivazioni e siamo pronti ad impugnarle in Appello certi di ribaltare l'esito del primo grado".

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