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Cronaca

Minacce a Saviano e Capacchione, gli avvocati provano a far saltare il processo

Sollevata l'eccezione sulla tardività della querela. I giudici prendono tempo prima della decisione

Tutto rimandato alla metà di dicembre quando i giudici scioglieranno la riserva sulla tardività della querela. E' quanto accaduto nel corso del processo del capoclan dei Casalesi Francesco Bidognetti, dell'avvocato Michele Santonastaso e del collega Carmine D'Aniello, accusati a vario titolo di minacce nei confronti di Roberto Saviano e della giornalista Rosaria Capacchione.

Stamattina i difensori degli imputati hanno reiterano l'eccezione preliminare della tardività della querela, in quanto una recente modifica del codice ha imposto la querela della parte offesa per il reato di minaccia aggravata, prima, invece, procedibile d’ufficio. Sull'eccezione si sono opposti sia il pubblico ministero sia gli avvocati delle parti civili, tra cui Giulio Vasaturo in rappresentanza della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che hanno ribadito come sulla questione si sia già espresso il giudice per l'udienza preliminare. I giudici si sono riservati. 

Il procedimento trae origine dal proclama letto in aula da Santonastaso nel 2008 durante il processo Spartacus con cui sarebbero stati minacciati lo scrittore e la giornalista oltre a diversi magistrati. E proprio le intimidazioni ai magistrati sono alla base dell'annullamento della sentenza di primo grado, pronunciata dal giudice di Napoli, con cui era stato condannato solo Santonastaso, condannato a 1 anno, mentre D'Aniello e Bidognetti erano stati assolti. Ma essendo i destinatari delle minacce magistrati il processo andava celebrato a Roma.  

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