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Cronaca Casal di Principe

“Incassava i soldi del nuovo clan”. Ecco perché il fratello del boss resta in carcere

Bidognetti incastrato dalle intercettazioni e da due collaboratori

Michele Bidognetti non deve essere scarcerato. Lo ha messo nero su bianco la Corte di Cassazione respingendo il ricorso presentato dall’avvocato del fratello del capoclan Francesco contro l’ordinanza cautelare emessa nel marzo scorso. Ad aggravare la situazione del 57enne sono state le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia (Antimo Di Donato e Luigi Moschino) e, soprattutto, le intercettazioni con Massimo Perrone nelle quali quest’ultimo chiedeva a Michele Bidognetti, riconoscendogli dunque una leadership, “l’autorizzazione a spendere il nome del clan dei Casalesi per imporre le estorsioni”.

Ma non solo. “L’indagato - scrivono i giudici - prendeva parte agli utili del gruppo criminale di Persone, ricevendo parte dei proventi delle attività estorsive che venivano materialmente consegnate alla moglie ed al figlio”. L’inchiesta che ha coinvolto Michele Bidognetti è quella sulla “Nuova Gerarchia Casalese” che ha coinvolto quasi dieci persone e che ha fatto luce su diversi episodi estrusivi a Parete, Mondragone, Casal di Principe,  Cellole e Minturno.

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