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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Giallo sulla morte del broker casertano: una esplosione prima di finire fuori strada

Oggi sarebbe dovuto comparire in udienza nel processo che lo vede imputato per aver truffato 24 milioni ai vip

Processo rinviato ma non ancora estinto quello a carico del broker casertano Massimo Bocicchio. E’ la decisione annunciata questa mattina dai giudici della Settima sezione penale di Roma davanti a cui era imputato il 56enne.

L’uomo è morto domenica dopo un tragico incidente in moto in via Salaria nella Capitale. “Abbiamo appreso da fonti aperte della morte dell'imputato Bochicchio, e non essendo stato depositato formalmente il certificato di morte, considerati i tempi necessari, è opportuno disporre un rinvio a settembre” ha detto il giudice come riporta l’AdnKronos.

"La famiglia mi ha contattato ieri spiegandomi che erano stati informati dalla Polizia locale dell’incidente ma non abbiamo ancora un certificato di morte di Massimo Bochicchio - ha detto in aula il difensore del broker l’avvocato Gianluca Tognozzi - perché anche il fratello che si è recato sul posto ha spiegato che non è stato ancora possibile effettuare un riconoscimento”.

Il broker, morto carbonizzato ieri dopo aver perso il controllo della moto su cui si trovava, una Bmw finita fuori strada, era sotto processo a Roma dopo essere stato accusato di aver truffato anche alcuni vip e personaggi dello sport. Il procedimento era scattato in seguito alle denunce presentate da alcuni dei truffati, fra cui figurano alcuni vip e personaggi dello sport, come l'attaccante della Roma Stephan El Shaarawy, l'ex allenatore della Nazionale Marcello Lippi e l'ex mister dell'Inter Antonio Conte, che avrebbe investito, tramite il fratello, circa 24 milioni di euro. Il tribunale oggi in attesa dell’acquisizione del certificato di morte ha rinviato il processo al 15 settembre.

Massimo Bochicchio era stato costretto a rientrare in Italia dall’Interpol dopo essere stato espulso dall’Indonesia. Secondo gli inquirenti aveva raccolto “cospicui capitali” attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital che guidava da Londra. Dalle intercettazioni emergeva che avrebbe movimentato “1 miliardo e 800 milioni” di euro. Denaro che sarebbe stato investito tra “Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti” Investimenti ad alto rischio con la garanzia per gli investitori di “occultare o ostacolare l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme”.

L’incidente però desta molti sospetti, la polizia sta accertando se la moto, una Bmw che il broker stava usando nelle due ore di libera uscita che erano state concesse per uscire dagli arresti domiciliari, abbia preso fuoco e sia esplosa prima o dopo essere andata a sbattere contro un muro. Di sicuro c’è solo che i segreti del broker della Roma ‘bene’ se ne vanno con lui.

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