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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Aversa

Maresciallo picchiato per rinunciare alla casa all'asta: 3 arresti

Il militare prelevato da finti corrieri e pestato fuori la sua abitazione. Un indagato prende il reddito contemporaneamente alla moglie

Pestato con inaudita violenza per costringerlo a rinunciare all'acquisto di un'abitazione che era messa all'asta: è quanto ha subìto nel novembre del 2021 un maresciallo dell'Areonautica Militare residente nel casertano il quale, per paura di essere nuovamente picchiato ha deciso di non confermare l'offerta d'acquisto perdendo così anche la caparra.

I carabinieri di Giugliano in Campania, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, hanno notificato a tre indagati altrettante misure cautelari (un arresto ai domiciliari e due divieto dimora in tutti i comuni delle province di Napoli e Caserta) emesse dal gip Caterina Anna Arpino.

Agli indagati gli inquirenti contestano, a vario titolo, i reati di estorsione e turbata libertà degli incanti. Per Giovanni N., 49enne di Caserta, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, mentre a Giorgio N., 46 anni, di Aversa, e a Giorgio D. P., 52enne di Casaluce, sono stati notificati i divieti di dimora. Alla vittima delle violente percosse i sanitari rilevarono lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.

L'aggressione scattò dopo le intimidazioni di un uomo che si definì il proprietario di quel lotto messo all'asta: due persone, ancora non identificate, spacciatesi per corrieri, prelevarono il maresciallo dalla sua abitazione per picchiarlo all'esterno. Le indagini dei militari di Giugliano in Campania hanno consentito di documentare le interferenze dei tre indagati anche in occasione delle vendita all'incanto di altri appartamenti.

Le indagini permettevano di appurare, altresì, che uno dei soggetti indagati, in contemporanea con la consorte, percepiva indebitamente il Reddito di Cittadinanza, accordato sulla base di false attestazioni concernenti i redditi e la residenza familiare, conseguendo un ingiusto profitto pari alla complessiva somma di circa 23.000 euro, di cui veniva disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo.

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