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Cronaca

"I Casalesi comandano ancora". La Dia ricostruisce la mappa dei clan nel casertano | FOTO

Le relazione dell'Antimafia sulle organizzazioni criminali in Terra di Lavoro

“In provincia di Caserta si conferma “la pervasiva presenza e la permanente vitalità dei clan Schiavone, Zagaria, Bidognetti, federati nel cartello dei Casalesi con rilevanti insediamenti in Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio”. La relazione della Direzione investigativa antimafia ufficializzata oggi e che fa riferimento ai primi sei medi del 2019 conferma la presenza che il gruppo dei Casalesi riesce ad imprimere in Terra di Lavoro ed anche in altre regioni d’Italia.

“Il loro potere - si legge - si manifesta non solo in ambiti più strettamente criminali ma soprattutto in contesti di natura affaristica, dove sono in grado di esercitare una forte influenza in virtù di meccanismi collaudati negli anni, malgrado quasi tutti i fondatori e gli affiliati storici siano stati arrestati, condannati e si trovino, tuttora, in stato di detenzione. Senza contare, poi, le collaborazioni di elementi di spicco del cartello” come quella di Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan, che ha seguito le orme di Nicola Schiavone, primogenito di Francesco ‘Sandokan’. 

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Nella provincia casertana, però, sono operativi anche altri sodalizi che fanno riferimento ai Casalesi. Nei Comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Carinola, Falciano del Massico e Roccamonfina è attivo il clan Esposito, detto dei “Muzzoni”. Sul territorio di Santa Maria Capua Vetere sono attivi due gruppi criminali: in Del Gaudio, alias Bellagiò, e l’antagonista Fava, entrambi gravitanti nell’orbita dei Casalesi. Nell’area capuana, che comprende i comuni di Santa Maria La Fossa, Capua, Vitulazio, Bellona, Triflisco, Grazzanise, Sparanise e Pignataro Maggiore, permane l’influenza dei gruppi Mezzero, Papa e Ligato. A Cesa operano i gruppi Mazzara e Caterino-Ferriero, anche questi in proiezione dei Casalesi, in passato fronteggiatisi in una sanguinosa faida che ha provocato la morte di diversi affiliati anche di spicco. Il primo sodalizio, quello di Mazzara, già oggetto di un’indagine conclusasi nel mese di settembre 2018, è stato colpito da una nuova misura cautelare che ha riguardato, tra l’altro, due omicidi consumati tra il 2006 e il 2007, di esponenti di vertice del gruppo Caterino-Ferriero, dei quali sarebbero responsabili due elementi di spicco proprio del clan Mazzara, già detenuti per altra causa. Sul litorale domitio, con epicentro Mondragone, sono operativi il clan Fragnoli, Gagliardi, Pagliuca ed esponenti del gruppo La Torre, che ha sempre agito in posizione autonoma rispetto ai Casalesi. 

Nell’area marcianisana, storicamente al di fuori del cartello casalese, è egemone il clan Belforte, detto dei Mazzacane, “una delle realtà criminali più potenti del casertano strutturata secondo il modello casalese” sottolinea la Dia. Il sodalizio estende la sua influenza a Caserta e nei comuni confinanti di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casa- giove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni, San Felice a Cancello e Santa Maria Capua Vetere, avvalendosi di sottogruppi, ciascuno con una sua competenza territoriale. Il sodalizio si è per lungo tempo contrapposto ad un altro gruppo locale, il clan Piccolo-Letizia, con il quale sarebbe addivenuto ad un accordo finalizzato alla gestione dei traffici di stupefacenti. Nell’orbita dei Belforte operano altri piccoli gruppi a struttura familiare: i Menditti, presenti a Recale e San Prisco; la famiglia Bifone che opera a Macerata Campania, Portico di Caserta, Casapulla, Curti, Casagiove e San Prisco; i gruppi Marciano ed Esposito di Maddaloni.  Nel comprensorio di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico ed Arienzo è operativo un gruppo che costituisce una derivazione della famiglia Massaro

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