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Cronaca

Manifesti elettorali del clan, i verbali di tre pentiti nel fascicolo del giudice

Per i collaboratori di giustizia Cuccaro, Gerardi e Nocera Agostino Capone faceva parte del gruppo Belforte

C'è un elemento comune nel racconto dei collaboratori di giustizia: Agostino Capone faceva parte del gruppo guidato da Antonio Della Ventura, ras su Caserta per i Belforte, e si occupava di estorsioni per conto della consorteria marcianisana. Lo hanno riferito agli inquirenti i pentiti Domenico Cuccaro, Antonio Gerardi e Giacomo Nocera.

Proprio le dichiarazioni dei tre collaboratori di giustizia sono finite agli atti del processo, sull'affissione elettorale dei Belforte, che vede imputati con Agostino Capone anche personaggi politici come l'ex vicesindaco di Caserta Pasquale Corvino e l'ex sindaco di San Marcellino Pasquale Carbone (entrambi accusati di corruzione elettorale con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso caduta in udienza preliminare); Paolo Cinotti, 34 anni di Caserta; Silvana D'Addio, 46 anni di Caserta; Roberto Novelli, 54 anni di Caserta; Pasquale Valerio Rivetti, 26 anni di Maddaloni; Gianfranco Rondinone, 36 anni di Caserta; Mariagrazia Semonella, 46 anni di Caserta; Alberto Francesco Spaziante, 44 anni di Caserta; Antonio Zarrillo, 52 anni di Capodrise. Dopo l'acquisizione dei verbali il processo è stato rinviato alla fine del mese per sentire altri tre collaboratori di giustizia e cominciare con l'escussione dei testimoni di polizia giudiziaria.

Le indagini hanno permesso di accertare che Giovanni Capone, referente dei Belforte su Caserta già condannato in abbreviato, utilizzando dei “pizzini” aveva dato precise disposizioni al fratello Agostino affinché si occupasse dell’affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta. Quest’ultimo avrebbe imposto ai candidati di fare riferimento alla società di servizi “Clean Service”, a lui riconducibile in quanto intestata alla moglie, Maria Grazia Semonella. L'imposizione avveniva sia con intimidazioni esplicite, come captato nel corso delle intercettazioni, sia attraverso minacce rivolte ai singoli soggetti sorpresi ad affiggere i manifesti a tarda notte, sia coprendo i manifesti affissi senza ricorrere alla loro società, facendo poi arrivare il messaggio che tale inconveniente non si sarebbe verificato se si fossero rivolti alla società Clean Service.

Per quanto riguarda la corruzione elettorale, invece, dalle indagini è emerso come Pasquale Corvino avrebbe chiesto l’appoggio elettorale nel territorio di Caserta, promettendo a Agostino Capone e Vincenzo Rea (anche lui già giudicato) la somma di 3.000 euro ciascuno, buoni spesa e buoni carburante, oltre ad un "regalo" per Giovanni Capone. Anche il candidato Pasquale Carbone, attraverso un intermediario, si era rivolto a Antonio Merola, affiliato al clan Belforte, fazione di Capone (già giudicato), per ottenere voti e, come corrispettivo, avrebbe versato la somma di 7.000 euro, in cambio di cento voti nel Comune di Caserta.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Roberto e Massimo Garofalo, Nello Sgambato, Davide De Marco, Vittorio Caterino, Michele Di Fraia, Stefano Alessandrelli e Romolo Vignola.

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