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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Aversa

Mamma denuncia e fa arrestare 2 figli

Uno si era nascosto in una casa al mare

Un gesto estremo: denunciare per fare arrestare due figli. E’ quello compiuto da una donna di Aversa quando ha capito di non poter più gestire i due uomini, di 33 e 36 anni, che aveva messo al mondo ma che, quotidianamente, continuavano a terrorizzarla.

Una confessione agli agenti del commissariato di polizia della città normanna ha fatto scattare le indagini che sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. I due sono finiti in carcere con l’accusa maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesioni personali aggravati.

Il blitz è scattato martedì quando è stato fermato uno dei fratelli. L’altro, invece, è stato bloccato solo dopo qualche giorno. Si era allontanato da Aversa ed aveva trovato riparo a casa di un conoscente sul litorale domizio. I poliziotti, però, lo hanno rintracciato e portato in carcere.

Le indagini traevano spunto dalla denuncia presentata lo scorso 6 giugno dalla madre dei due giovani la quale, al culmine della disperazione si era rivolta ai poliziotti del Commissariato di Aversa svelando le insistenti e, pressoché, quotidiane vessazioni cui la sottoponevano i figli al fine di indurla a dargli il denaro per l'acquisto di stupefacenti di cui entrambi sono abituali assuntori.

Le indagini, che si concentravano sugli ultimi due anni, in particolare da quando uno dei due figli era stato scarcerato dopo un periodo di detenzione scontato per analoghe condotte, svelavano le continue azioni violente, vessatorie ed intimidatorie consumate in danno della donna che aveva riferito agli investigatori dei numerosi episodi in cui era stata strattonata, percossa con calci, schiaffi e pugni oppure offesa, ingiuriata o minacciata di distruggere tutte le suppellettili dell'abitazione, come effettivamente avvenuto in più di una circostanza, al fine di costringerla a cedere alle pretese criminali dei fratelli.

La vittima raccontava anche di come avesse sempre tentato di opporsi alle sopraffazioni, sostenuta dal marito e da un terzo figlio, ma di avere poi ceduto per il timore di più gravi conseguenze, elargendo il poco di cui disponeva anche perché i due figli non avevano esitato, nel corso del tempo, ad impossessarsi ed a vendere ogni oggetto di valore presente nell'abitazione.

Quindi, sulla scorta di un univoco e grave quadro indiziario, questa Procura della Repubblica formulava all'Ufficio del G.i.p. la richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere, perché solo essa poteva ritenersi adeguata ad evitare il pericolo di reiterazione da parte degli indagati, di condotte criminose della stessa specie ed altresì idonea ad impedire, attraverso l’allontanamento dall’abitazione familiare, condotte intimidatorie finalizzate all’inquinamento delle prove acquisite. Uno dei due destinatari della misura, da alcuni giorni irreperibile, è stato rintracciato sul litorale domizio presso l’abitazione di un conoscente.

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