Maestra uccisa dal treno, marito indagato per maltrattamenti: "L'ho sempre sostenuta"

Arriva la svolta nell'inchiesta sulla morte di Raffaella Maietta, l'insegnante di 55 anni scomparsa tragicamente dopo essere stata investita da un treno alla stazione di Marcianise. Nei giorni scorsi la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha notificato al marito della donna, Luigi Di Fuccia, di 65 anni, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia.

L'operaio edile 65enne, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Gerardina Cozzolino, avrebbe maltrattato l'ex moglie per via della gelosia impedendole di iscriversi in palestra o a scuola di ballo o muovendole critiche sul lavoro svolto dalla donna. Con la chiusura delle indagini preliminari, comunque, la procura ha escluso l'ipotesi di istigazione al suicidio a carico del 65enne che dunque non sarebbe coinvolto direttamente nella morte della moglie. 

L'uomo dopo aver ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini ha nominato quale suo legale l'avvocato Andrea Piccolo attraverso il quale fa sapere "di non aver mai maltrattato la moglie e di averla - al contrario - sempre sostenuta, affrontando, insieme a lei, i suoi problemi di salute. Con il sostegno dei figli Tommaso e Catia, che nonostante i contatti quotidiani con la propria madre non hanno mai avuto segnali di malessere riconducibili a rapporti con il padre, confida nell’operato della giustizia e spera che sia fatta piena luce sull’effettiva dinamica dell’incidente".

Dai primissimi accertamenti eseguiti dopo la morte della 55enne, era infatti emersa con forza l'ipotesi del suicidio, tanto che lo stesso pm aveva subito liberato la salma per i funerali, ritenendo non necessario disporre l'autopsia. Gli inquirenti avevano però analizzato anche il cellulare della donna e ascoltato altri familiari della prof, come le sorelle, al fine di capire se l'eventuale gesto estremo potesse essere stato istigato da qualcuno.