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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Castel Volturno

Luigi ucciso per vendetta davanti agli occhi della moglie: fermati padre e figlio

Una lite al bar con il fratello della vittima il folle movente dell'omicidio a Castel Volturno. I due hanno confessato in caserma

Ucciso perché non sapevano dove abitasse il fratello, il vero obiettivo, e qualcuno doveva pagare. È l'agghiacciante retroscena dell'omicidio di Luigi Izzo, barbiere 38enne raggiunto da 5 coltellate nel vialetto di casa a Castel Volturno in località Scatozza sotto gli occhi esterrefatti della moglie. La mano omicida è quella di Alessandro M., 53enne castellano, insieme a suo figlio Roberto, di 27 anni.

Il movente risiederebbe in una ripicca nei confronti del fratello della vittima, Orlando, che nella notte di sabato aveva discusso con Roberto all'esterno di un bar in via Roma. L'accesa discussione si è tramutata in spintoni, pugni e gli occhiali rotti a Roberto. Mentre Orlando e Roberto discutevano è sopraggiunta la vittima che ha cercato di riportare la calma, trascinando via il fratello. Un'offesa che però doveva essere ripagata. Roberto avvisa il padre della lite con Orlando e da lì il desiderio di vendetta di Alessandro.

I due si mettono in cerca del loro bersaglio ma non sanno dove abita e si recano dal fratello Luigi di cui conoscevano l'indirizzo. Una volta sotto casa di Luigi lo fanno uscire con una scusa ed inizia una discussione che Luigi cerca di sedare offrendosi di pagare lui gli occhiali rotti. La discussione degenera e partono i primi fendenti all'addome. Luigi cerca di fuggire dai suoi aggressori, riesce a fare circa 7 metri mentre viene rincorso e raggiunto da altri fendenti alla schiena. Viene lasciato lì, nel vialetto di casa fuori il cancello, immerso nel sangue tra le urla disperate della moglie che cerca di soccorrerlo.

Alessandro e Roberto M. si danno alla fuga. Partite le indagini dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, i due congiunti vengono individuati e portati in caserma. Dopo un lungo interrogatorio i due hanno ammesso il folle gesto, assistiti dall'avvocato Giuseppe Guadagno, ed il Sostituto Procuratore Annalisa Imparato ha firmato un decreto di fermo per omicidio volontario in concorso. 

Ai carabinieri e al pm il papà del 27enne ha raccontato di aver notato il barbiere che avvicinava la mano alla tasca del pantalone tanto da pensare che stesse per estrarre una pistola. “Non ho capito più nulla, l’ho accoltellato varie volte. Pensavo avesse un’arma e volesse uccidere me e mio figlio” ha spiegato al pm nel corso del drammatico interrogatorio reso nella caserma dei carabinieri di Castel Volturno. “L’ho fatto per difendere mio figlio” si è poi giustificato.

Il 27enne avrebbe dal canto suo cercato di alleggerire la propria posizione, riferendo di non sapere che il padre fosse armato, e di avergli spiegato che Luigi non c’entrava niente con la rissa. Parole che però non gli sono servite ad evitare il fermo disposto dalla Procura. Sulla dinamica dei fatti, e sulla incredibile catena di malintesi che sarebbe all’origine del delitto, sono ancora in corso approfondimenti investigativi. I due congiunti sono stati condotti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

L'arma utilizzata per commettere il delitto non è stata ancora trovata dagli investigatori. Alessandro M. ha affermato di essersene disfatto poco dopo e di non ricordare il luogo dove l'ha gettata. Ancora increduli ed attoniti i familiari della vittima, assistiti dall'avvocato Ferdinando Letizia, che non riescono a trovare una ragione per una morte così assurda.

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