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Cronaca Santa Maria a Vico

“Ora non si può tirare indietro”. L’intercettazione che tira in ballo il vice presidente della Provincia

Crisci tirato in ballo da Nuzzo nel colloquio con l'imprenditore. Al via gli interrogatori degli arrestati

Al via i primi interrogatori dinanzi al gip De Angelis del tribunale di Napoli per gli indagati, ristretti al carcere di Secondigliano, dell'inchiesta sul mercato nero dei loculi al cimitero di Santa Maria a Vico con la mediazione della camorra. 

Da quanto si apprende il dipendente comunale Giovanni Papa si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pm Francesco Raffaele e del gip. Una scelta condivisa anche dagli altri indagati Pasquale Crisci, vicepresidente della provincia, Giuseppe Pascarella e Carmine Liparulo, ritenuto dalla Dda elemento del clan Massaro. Crisci e Liparulo hanno comunque reso spontanee dichiarazioni respingendo le accuse. Carmine De Lucia, residente a Reggio Emilia, si sottoporrà all'interrogatorio in videoconferenza. Ancora 'ricercato' l'altro soggetto contiguo al clan, Domenico Nuzzo, che al momento in cui i finanzieri si sono recati a casa sua per notificargli l'ordinanza di custodia cautelare non era presente. Tra i difensori impegnati nel procedimento figurano Pasquale Vigliotti, Claudio Sgambato, Carlo De Stavola, Elisabetta Carfora, Danilo De Cecco, Eduardo Razzino e Mauro Di Monaco. 

Nell'indagine, svolta dalla guardia di finanza di Marcianise e coordinata dalla Dda, figurano altri 13 indagati a piede libero. Un'inchiesta che mette al centro una rete di connivenze tra la criminalità organizzata, in particolare 'Mimmariello' Nuzzo, e la pubblica amministrazione, in particolare l'ex vicesindaco Crisci - oggi vice presidente della Provincia di Caserta - e il dipendente Giovanni Papa sull'assegnazione delle cappelle cimiteriali. Sarebbe Crisci, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gancio di Nuzzo in comune. Un accordo che avrebbe previsto sostegno elettorale e compensi in denaro per Crisci in cambio della risoluzione delle problematiche urbanistiche relative all'assegnazione dei manufatti cimiteriali, tra cui anche l'attestazione dei pagamenti.

La circostanza emerge anche da un colloquio tra Nuzzo e l'imprenditore titolare della società concessionaria della realizzazione e della gestione dell'ampliamento del cimitero. Nuzzo chiede all'imprenditore alcune quietanze di pagamento (mai avvenuti nda) separate come richiestogli proprio da Crisci. Ed è qui che emerge il loro accordo. "Io con Pasquale (Crisci) ci siamo seduti e abbiamo parlato. Ormai Pasquale è entrato nell'ottica con me, stiamo facendo un'altra situazione e non si può tirare indietro. L'ho messo con le mani dentro". 

Ma non solo. Pasquale Crisci, detto 'pupetto', avrebbe anche invitato l'imprenditore a desistere dalla richiesta di pagamenti per una cappella non pagata da una sua parente "paventando eventuali utilità future che avrei potuto ricavare dalla riconoscenza" di M.M., pregiudicato della zona e non indagato, che "avrebbe potuto eventualmente intercedere verso altri criminali della zona affinché non avanzassero ulteriori richieste estorsive", riferisce l'imprenditore ai finanzieri.

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