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Cronaca

Accoltellato alle spalle dopo la lite: arrestati padre e figlio

Voleva risolvere un diverbio sorto qualche giorno prima, ma è finito vittima di un'aggressione

I carabinieri della Compagnia di Caserta, a conclusione di un'articolata attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di misura cautelare emessa dall'ufficio gip del locale Tribunale nei confronti di Giovanni Capone, 56enne già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, e del figlio, Raffaele Capone, 27enne, indagati per il reato di tentato omicidio in concorso.

L'attività investigativa è stata avviata a seguito dei fatti avvenuti la sera del 22 settembre allorquando, presso il Pronto soccorso dell'ospedale di Caserta giungevano tre persone con ferite da arma da taglio. Una di loro, in particolare, G. R. 41enne, presentava profonde ferite all'altezza dell'addome e del torace compatibili con fendenti inferti alle spalle. I successivi approfondimenti effettuati in ordine a tale vicenda hanno permesso di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.

In particolare, grazie all'analisi dei sistemi di videosorveglianza cittadina e delle testimonianze raccolte, molte delle quali in contrasto fra loro e con le evidenze delle immagini acquisite, si appurava che due fratelli G.R. (41enne) e G.R. (38enne), la sera del 22 settembre, a bordo di uno scooter, si recavano presso l'abitazione di Giovanni Capone al fine di dirimere un diverbio sorto qualche giorno prima per futili motivi, fra loro padre e Raffaele Capone conclusosi con un pugno in viso sferrato da quest'ultimo.

Al loro arrivo presso il parco "Rosalia", tuttavia, i due fratelli venivano immediatamente e violentemente aggrediti. Nella circostanza, mentre gli venivano scagliati addosso piatti, bicchieri ed oggetti di varia natura, uno dei due fratelli riusciva a darsi alla fuga mentre l'altro veniva raggiunto dagli indagati e colpito alle spalle da diversi fendenti potenzialmente letali, rimanendo esanime al suolo fino all'arrivo del personale sanitario del 118.

Le attività investigative hanno permesso di raccogliere chiari e concordanti elementi di colpevolezza a carico dei due soggetti attinti da misura cautelare, i quali non si sono accontentati di mettere in fuga i due fratelli ma si sono posti al loro inseguimento fino ad arrivare alla violenta aggressione di uno di loro, anche con l'utilizzo di un'arma da taglio da parte di Raffaele Capone che subito dopo faceva perdere le proprie tracce, tale da lasciar trasparire la volontà degli aggressori di giungere a conseguenze estreme.

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