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Cronaca

Travolto in scooter dopo la lite, padre e figlio rischiano processo bis

Il pm fa Appello contro la sentenza di assoluzione in primo grado per Giuseppe e Gianfranco Rinaldi

Giuseppe e Gianfranco Rinaldi, padre e figlio di Caserta, rischiano il processo bis per il tentato omicidio di un ragazzo di Marcianise. Il pm Mariangela Condello, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha impugnato la sentenza di assoluzione pronunciata dai giudici sammaritani ed inoltrato la richiesta di un secondo grado di giudizio alla Corte d'Appello di Napoli. 

L'atto, nei giorni scorsi, è stato notificato agli imputati ed al loro difensore, l'avvocato Nello Sgambato. Il pm intende rinnovare la prova dichiarativa sia della persona offesa sia di altri testimoni già ascoltati durante il dibattimento a Santa Maria Capua Vetere, durante il quale emersero numerose contraddizioni. 

Gianfranco Rinaldi, secondo l’ipotesi accusatoria, aggredì a piazza Dante un giovane di Caivano provocandogli una copiosa perdita di sangue dal naso. Ne nacque una lite con altri giovanissimi, tra cui il ragazzo di Marcianise, all'epoca 17enne, che colpì Rinaldi con una bottiglia prima di scappare a bordo di un Beverly 250. Gianfranco Rinaldi chiamò suo padre Giuseppe, noto come "Peppe la tigre". I due inseguirono il giovane in scooter fino a raggiungerlo nella zona di via Retella a Capodrise dove lo speronarono con l'auto facendolo cadere a terra. Fatti per i quali i due sono stati assolti dal collegio presieduto dal giudice Carotenuto. 

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