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Cronaca Maddaloni

CAMORRA & POLITICA Esposito si difende: "Quei voti sono i miei"

L'ex consigliera nega di aver offerto soldi per le preferenze: "Mi avrebbero nominato assessore"

Voti di famiglia o di persone ad essa vicina ma nessun acquisto di "pacchetti" elettorali. Si sono difesi dinanzi al gip i 4 indagati, destinatari della misura cautelare ai domiciliari, coinvolti nell'inchiesta sulla corruzione elettorale, aggravata dal metodo mafioso, a Maddaloni che ha coinvolto l'ex consigliera Teresa Esposito, la mamma Carmela Di Caprio, ed i fratelli della Esposito, Eduardo e Giovanni

I quattro hanno respinto le accuse a loro carico ed hanno cercato di chiarire le intercettazioni finite nel mirino della magistratura antimafia. La Esposito, in particolare, ha ammesso di non aver mai offerto nulla a nessuno in cambio dei voti anche perché ci sarebbe stato un accordo secondo il quale sarebbe stata nominata assessore anche in caso di mancata elezione, incarico poi rifiutato per "mancanza di tempo e competenze". Anche la madre della ex esponente dell'assise ha spiegato come tutti i voti siano di persone di famiglia: "siamo 9 fratelli" ha detto la donna al giudice.

Circostanze che non hanno fatto vacillare il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare che continua a credere fermamente all'ipotesi accusatoria. Per questo l'avvocato Franco Liguori, difensore di 3 dei 4 indagati arrestati ed imparentati con il boss Antonio Esposito meglio noto come 'o Sapunar, ha annunciato ricorso al Tribunale del Riesame. Ricorrerà al Tribunale delle Libertà anche Giovanni Esposito, difeso dall'avvocato Dezio Ferraro.

Nella stessa inchiesta sono indagati anche il sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo, il dipendente del Comune Enrico Pisani, l’imprenditore Salvatore Esposito e Nunzia Di Donato. Questi ultimi quattro sono indagati a piede libero.

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