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Cronaca Marcianise

Rifiuti interrati, il doppio giallo: spunta un secondo imprenditore e una nuova ‘discarica’

I retroscena dalle intercettazioni disposte dalla Procura sull’ecodisastro LEA a Marcianise

Ci sono alcune circostanze ancora da chiarire nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su Angelo Egisto, il proprietario della ditta di stoccaggio e recupero rifiuti LEA di Marcianise, finito in manette con l’accusa di inquinamento ambientale e gestione illecita di rifiuti.

Un ‘doppio giallo’ che emerge dalle intercettazioni disposte sul telefono di Violante Marasco, autotrasportatore complice di Egisto e finito anch’egli in manette, e di G.M., ex dipendente LEA che si recherà nel novembre 2018 dalla Guardia di Finanza a riferire di quanto accadeva nell’azienda.

Il doppio arresto per i rifiuti interrati

Quest’ultimo al telefono con la moglie parla della sua situazione dicendosi “tranquillo - si legge nella relazione della Procura - perché è andato a scaricare sempre con le carte in regola”. Riferendosi invece a Marasco, G.M. si lascia sfuggire che “sarebbe andato più volte a scaricare di fonte al carcere di San Tammaro senza alcuna documentazione”. I rifiuti sarebbero quindi stati interrati anche al di fuori dell’area di competenza dell’azienda.

Altra questione che emerge dalle intercettazioni, questa volta sul telefono di Violante Marasco, riguarda i rifiuti interrati alla LEA. L’autotrasportatore infatti durante una conversazione con la moglie rivela il piano di Egisto per giustificare l’eventuale ritrovamento dei rifiuti: “Già l’ha trovata, l’ha trovata già… - afferma Marasco - e lui mi ha detto che è venuto a patti che già c’era l’immondizia a terra”. In pratica l’imprenditore  avrebbe giustificato quei rifiuti non smaltiti parlando di un patto tra lui e un altro non precisato imprenditore del settore, dal quale avrebbe ereditato i rifiuti interrati nel sottosuolo.

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