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Cronaca Parete

Discarica Resit, nuovo incarico ai periti per valutare l'inquinamento delle acque

Nel processo di primo grado Chianese fu condannato a 20 anni

Avranno quasi 5 mesi di tempo i tre nuovi periti di Torino per stabilire se alla Resit c'e' stato inquinamento delle acque e se l'acqua e' stata contaminata dalla discarica o da agenti esterni ad essa. Sono questi infatti i quesiti che nell'udienza di oggi il presidente della Corte di Assise d'Appello, Domenico Zeuli, ha posto ai nuovi periti nominati nel giudizio di secondo grado sul disastro ambientale della discarica di Parete. Entro marzo i tecnici dovranno consegnare le loro relazioni ed essere ascoltati in aula. La Procura Generale si e' riservata di nominare suoi consulenti.

Il presidente, nella scorsa udienza, si era riservato di decidere circa la richiesta avanzata dalle difese di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, con la nomina di un collegio di consulenti tecnici nelle discipline afferenti che siano in grado di giudicare il metodo adoperato dagli organi istituzionali (Istituto Superiore della Sanita', Sogesid/Commissariato di Governo, Arpac) in rapporto alla assenza di compromissione ambientale, in conflitto con quanto asserito dal consulente della Procura.

In primo grado sono stati condannati a 20 anni di carcere Cipriano Chianese, avvocato e imprenditore del settore rifiuti ritenuto l'inventore delle traffico di rifiuti con smaltimenti illegali per conto dei Casalesi; a 5 anni e sei mesi l'ex sub commissario di governo per l'emergenza in Campania, Giulio Facchi; a 16 anni Gaetano Cerci; e a 5 e 6 anni i fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma, imprenditori del settore.

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