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Cronaca Casaluce

Infermiere picchiato per un post sui social: "Anche insulti omofobi da mio fratello"

E' stato aggredito e ferito all'avanbraccio: 15 punti di sutura all'ospedale di Aversa

Un post sui social dal quale emerge l'omosessualità di un infermiere del 'Moscati' di Aversa. Un post visto come una "vergogna di famiglia" tanto da spingere il fratello dell'infermiere prima ad insulti omofobi e poi anche alle minacce di morte. Ma il dramma si è consumato pochi minuti dopo: l'infermiere cercando un dialogo col fratello viene addirittura colpito al braccio ed è necessario anche la corsa in ospedale dove i medici sono costretti a medicarlo con 15 punti di sutura. 

Fernando, l'infermiere di Casaluce, ha già da anni dichiarato di essere omosessuale ma il post sui social ha fatto scattare una scintilla nel fratello, quella rabbia che nel 2022 lascia pensare - ancora una volta - a quanta strada bisogna ancora fare per accettare la visione - anche sessuale - di ognuno di noi su questa terra. E pensare che "quando ha avuto bisogno di me gli sono sempre stato accanto", ha detto Fernando riferendosi al fratello. Che ha deciso di non mettersi in aspettativa nonostante quanto sia successo e continuerà anche ad accudire la mamma malata ma ha voluto comunque lasciare un messaggio importante: "Si dovrebbe imparare che la vita è fatta di cose molto più essenziali di un pettegolezzo. Si dovrebbe imparare a voler bene. Si dovrebbe imparare a lasciarsi alle spalle tutto ciò che non ci appartiene. Si dovrebbe imparare ad essere veri, ad essere amici, ad essere leali e sinceri. Si dovrebbe imparare a vedere oltre e che tutto nella vita torna. Si dovrebbe imparare a volersi bene”.

L'ultimo post di Fernando è rivolto proprio al fratello: "La violenza fisica che mi hai causato è un dolore atroce ed essa mi rimarrà a vita sul mio corpo dalla cicatrice, nonostante il dolore, ma passa con gli antidolorifici, vista la lunga e profonda ferita. Mentre quella psicologa un giorno passerà, anche grazie all'aiuto della psicoterapia. Posso solo dire che per il momento non mangio più, ho paura, attacchi di panico e la notte non riesco a dormire. Mi danno forza le poche persone che mi sono vicine. In particolare modo gli avvocati, sia la penalista che la civilista, e la mia psicoterapeuta. Credo nella giustizia italiana, e per adesso so con certezza che avrò giustizia in tribunale, ma un giorno avrò giustizia da Dio, Padre Onnipotente che vede e provvede".

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