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Cronaca

Venti gestori di bar, pizzerie e ristoranti rischiano di finire sotto processo

La Procura ha chiuso le indagini ed ha chiesto il rinvio a giudizio

Chiuse le indagini sui ‘gazebo e tavolini illegali’ nelle città di Caserta, 23 persone tra dirigenti del Comune e gestori di locali rischiano di finire sotto processo. L’udienza preliminare si terrà di fronte al giudice per le udienze preliminari Nicoletta Campanaro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nella prima decade di dicembre.

Tra loro ci sono i dirigenti del Comune di Caserta Gianni Natale e Marcello Iovino insieme coi rappresentanti legali ed amministratori dei locali: Carmela Musto, 60 anni di Caserta; Maddalena Argenziano, 43 anni di Macerata; Giuseppe De Luca, 46 anni di Marcon (Venezia); Gianluca Vitiello, 38 anni di Caserta; Giuseppe Sibilla, 38 anni di Caserta; Francesco Cimmino, 36 anni di Caserta; Alfonso Bruno, 52 anni di Caserta; Fabio Biondi, 32 anni di Napoli; Antonio De Lucia, 35 anni di Caserta; Roberto Spina, 49 anni di Macerata; Gennaro Capasso, 49 anni di Caivano; Luigi Bernardo, 43 anni di Casagiove; Elisabetta Petti, 42 anni di Sant’Agata de’ Goti; Alfonso Focaccio, 58 anni di Napoli; Alfonso Storace, 41 anni di San Nicola la Strada; Antonino Toraldo, 54 anni di Crispano; Magdalena Antonucci, 24 anni di Caserta; Michele Marzano, 41 anni di Caserta; Maria Grazia Valentino, 50 anni di San Prisco.

Le indagini hanno riguardato tutti i locali del centro del Capoluogo: è emerso che i gestori avevano chiesto ed ottenuto l’autorizzazione del Comune per poter installare gazebo, tavolini e sedie fuori le proprie attività commerciali, pagando anche la Tosap, ma l’Ente aveva ‘dimenticato’ chiedere i permessi alla Soprintendenza. Per questo motivo è stata aperta un’inchiesta che ha portato al maxi sequestro, con (quasi) tutti i locali del centro storico del Capoluogo di Terra di Lavoro che si sono visti notificare il decreto del pubblico ministero. Poi, dopo una decina di giorni, è arrivato il provvedimento del gip che ha negato la conferma del sequestro. Il pm aveva avanzato anche ricorso al Riesame, ma poi vi ha rinunciato.

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