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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Negozi nell’ex Italtel, chiuse le indagini sull’ex sindaco: ecco l’esito

Era stato denunciato anche l’ex dirigente del Comune. L’imprenditore aveva registrato anche un incontro con Di Muro

Chiusa definitivamente l'indagine sull’ingarbugliata situazione dell’ex Italtel di Santa Maria Capua Vetere che aveva visto finire nel mirino della Procura della Repubblica l’ex sindaco Biagio Di Muro e l’allora dirigente del Comune Franco Biondi (oggi in servizio a Caserta).

L’indagine nasce da una denuncia presentata nel gennaio 2016 dall’imprenditore Pasquale Esposito, legale rappresentante della “Biel Company”, proprietaria del complesso industriale ex Italtel di Santa Maria Capua Vetere.

I fatti si riferiscono ad eventi di ben 8 anni fa, quando si doveva decidere sulla riconversione dell’area industriale. Si avviò prima una trattativa per trasferire nell’area alcuni uffici giudiziari che però fu bloccata da Biondi; poi si provò ad effettuare degli insediamenti commerciali ma anche in questo caso la trattative non andò a buon fine.

Secondo la denuncia dell’imprenditore, nel primo caso, il problema fu sollevato dall’ingegnere Biondi che gli avrebbe chiesto di affidarsi ad un ingegnere da lui indicato per superare delle difficoltà urbanistiche.

Nel secondo caso, invece, la problematica avrebbe riguardato l’ex sindaco Biagio Di Muro che, stando a quanto denunciato, avrebbe chiesto di affidare la pratica ad un ingegnere di “sua fiducia”. In questo caso Esposito ha depositato anche la registrazione di un incontro avvenuto successivamente nel quale, però, l’offerta non viene “ripetuta”. Per questo motivo, il pubblico ministero, dopo aver visionato gli atti a disposizione, a ritenuto di dover chiedere l’archiviazione dell’indagine che è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Sergio Enea.

Quest’ultimo, relativamente alla vicenda di Biondi, ha scritto come “pur ammesso che l’ingegnere Biondi si sia reso disponibile a perorare la modifica della destinazione urbanistica in cambio di un tornaconto personale, deve darsi atto che la descrizione dell’unico episodio in cui l’offerta sarebbe stata formulata appare lacunosa”. Di fatti Esposito nella denuncia specifica che l’offerta sarebbe stata avanzata nel corso di una riunione svoltasi in tribunale alla presenza di altre persone (ma non si capisce se sia stata formulata alla presenza degli stessi).

Per quel che concerne l’aspetto urbanistico che ha bloccato la realizzazione di negozi, invece, hanno ‘pesato’ le sentenze di Tar e Consiglio di Stato che sono state presentate dagli avvocati difensori di Biondi (Vincenzo Iorio) e Biagio Di Muro (Giuseppe Stellato e Emilio Maddaluno) che attestavano come la modifica della destinazione urbanistica dell’area avrebbe avuto “conseguenze” per il Comune visto che la zona era priva di viabilità nonché di tutte le opere primarie e secondarie previste dalle leggi urbanistiche. Per questo motivo il gip Enea ha concluso accogliendo la richiesta di archiviazione dell’indagine.

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