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Cronaca

Dalla pen drive con gli atti dell’indagine al pranzo con le auto blindate: nelle intercettazioni spunta il nome di Cosentino

Gli indagati ricordano un incontro a Castel Volturno dai toni accesi a cui aveva partecipato anche l’ex sottosegretario

Spunta anche il nome dell’ex sottosegretario di Forza Italia Nicola Cosentino (che è estraneo all’inchiesta e non risulta indagato, nda) nelle intercettazioni degli indagati dell’inchiesta ‘Antemio’ che ha travolto la famiglia Cesaro di Sant’Antimo, con l’arresto di Aniello, Raffaele ed Antimo, fratelli del senatore di Forza Italia Luigi (anche lui indagato, per il quale il gip ha chiesto l’utilizzazione delle intercettazioni).

La pen drive con gli atti dell'indagine consegnata da un carabiniere

A Cosentino fanno riferimento due indagati mentre parlano al telefono, ripercorrendo la vicenda della pen drive che sarebbe stata consegnata dal maresciallo di Castello di Cisterna Giuseppe Iannini proprio all’ex sottosegretario casertano nella quale ci sarebbero stati gli atti relativi alle indagini che si stavano svolgendo sugli intrecci criminali di Sant’Antimo. “Ora ti dico una cosa - afferma Antimo Puca - il problema de o Penniello (alias Antimo Cesaro, ndr) ce l'hanno creato più i {ratelli che lui. Perché 'o Penniell non c'entra nelle cose dei fratelli. Quello 'o Penniell li ha apparati sempre”. Ed aggiunge: “Parliamoci chiaro, Gigì, quella è sparita una pennetta. Ora 'o Penniell, ci stava Cosentino che diceva che 'o Penniell, perché è proprio vicino a Cosentino… Cioè ha fatto capire che con Pasquale era una cosa, che lo comandava lui a questo a quello e a quello. La ci sta una dichiarazione di Cosentino che quel carabiniere che hanno trovato, che Cosentino ha fatto trovare quella pennetta, sopra, alla cosa. Ti ricordi? E la erano i rapporti tra Cosentino, tra 'o Penniell e Pasquale. E ci è andato a finire il carabiniere per sotto”.

Il pranzo con le auto blindate a Castel Volturno

Ma il legame di Antimo Cesaro con gli esponenti del clan Puca verrebbe confermato anche da un’altra intercettazione, nella quale Francesco Di Lorenzo ricorda di un pranzo in un ristorante di Castel Volturno proprio con Cosentino e delle tensioni che sarebbero sorte Cesaro, pur avendogli garantito un suo interessamento, non dava seguito all'impegno non riportando all’ex sottosegretario la sua richiesta di favorire gli interessi di una donna a lui “legata”. “Andammo al Villaggio Coppola - racconta Francesco Di Lorenzo - con le macchine blindate. Cosentino allora venne qua, però non era mini coso degli interni. Andiamo al ristorante Scalzone, dissi vicino a questo: e questi di tutto parlavano al di fuori di quel fatto. Io dissi "Antimù accompagnami a casa”. 

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