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Cronaca Casal di Principe

13 INDAGATI Farmaci dei Casalesi, nei guai anche il boss e sua moglie

Nell'inchiesta della DDA anche le complici stipendiate dal clan per intascare i soldi delle vendite

Sono 13 gli indagati nell’inchiesta della DDA di Napoli che ha scoperto un traffico illegale di farmaci salvavita, venduti all’estero grazie a ricette rubate in ospedali e studi medici e gestito da elementi legati alla “nuova gerarchia del clan dei Casalesi”.

Oltre ai 5 finiti in manette (uno in carcere e 4 ai domiciliari) ci sono infatti altre 8 persone indagate a piede libero. Come emerso dall’inchiesta, i cinque arrestati compilavano le prescrizioni mediche a nome di ignari professionisti accreditati presso il Sistema Sanitario Nazionale per la somministrazione di farmaci di classe "A" in favore di pazienti inesistenti o ignari. I farmaci venivano quindi rivenduti all’estero, in particolare in Albania e Inghilterra, grazie ad un ‘Box express’ di proprietà di uno degli arrestati. I soldi ricevuti dagli acquirenti transitavano quindi sulle PostePay dei membri dell’associazione criminale.

Nell’inchiesta sui ‘farmaci dei Casalesi’ risultano inoltre indagati Massimo Perrone (promotore e capo dell’organizzazione, condannato a 18 anni di carcere nel gennaio scorso), Luigi Moschino, Antimo Di Donato, Vittorio Giarnieri, Vincenzo Di Donato, Emanuele Gatto (incaricati della spendita delle ricette, della consegna del farmaco, dell’intestazione delle PostePay e del prelievo dei contanti), Franca Cotugno e Angela Perrone (la prima moglie di Massimo Perrone, entrambe destinatarie formali dei pagamenti degli acquirenti esteri dei farmaci, prelevano i contanti da consegnare a Perrone in cambio di 800 euro mensili).

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