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Cronaca Capua

Tenta di bruciare il Tifata: nei guai un pastore 40enne

I carabinieri lo hanno individuato grazie a un cappellino blu

E' finito nei guai per aver tentato di appiccare un rogo sul monte Tifata. Questa mattina, i militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, hanno dato esecuzione all'ordinanza di misura cautelare (obbligo di presentazione tutti i giorni alla polizia giudiziaria) emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal gip presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Salvatore Farina, 40enne di Santa Maria Capua Vetere.

L'uomo, allevatore di un gregge ovino, è gravemente indiziato di aver tentato di appiccare, lo scorso 15 gennaio 2019, un incendio boschivo sul Monte Tifata alla località Sant'Angelo in Formis del comune di Capua, mediante accensione diretta con un accendino, a due grossi cespugli di "Ampelodesma" (specie erbacea particolarmente infiammabile). Incendio che non si propagava all'intero versante collinare solo casualmente per condizioni esterne non favorevoli alla propagazione delle fiamme.

In particolare i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Caserta durante un servizio di controllo del territorio volto al controllo del pascolo di animali (ovini-caprini-bovini) in aree percorse dal fuoco, proprio allo scopo di prevenire condotte illecite ai danni del patrimonio boschivo e paesaggistico, nel percorrere la strada sterrata che costeggia il Monte Tifata in agro del comune di Capua alla località "Sant'Angelo in Formis", notavano a distanza la presenza di un gregge di capi ovini mentre percorreva un tratturo montuoso per discendere a valle.

Mentre osservavano gli spostamenti del gregge, i militari notavano anche la presenza di due persone che conducevano il gregge, dei quali uno, che indossava un giubbino grigio chiaro ed un cappellino blu, mentre si chinava due volte ed appiccava il fuoco in due punti diversi in una zona ricoperta da vegetazione forestale di bassa macchia mediterranea, dai quali subito divampavano le fiamme e si alzavano due vistose colonne di fumo.

Nell'immediatezza del fatto, con l'automezzo di servizio, i militari raggiungevano il vicino tratto ove il gregge stava scendendo procedendo all'immediata identificazione del soggetto che, poco prima, era stato notato mentre appiccava il fuoco al bosco in due punti diversi, risultato essere l'indagato Farina.

I militari si facevano immediatamente consegnare l'accendino in possesso del predetto Farina con il quale si era appiccato il fuoco al bosco poco prima sottoponendolo in sequestro per finalità probatorie. Dopodiché i militari si portavano a piedi, risalendo il tratturo, percorso poco prima dal gregge e dai due soggetti che lo conducevano al pascolo, nei due punti ove poco prima avevano notato il Farina appiccare il fuoco al bosco.

Sul posto si constatava che i due focolai appiccati per innescare l'incendio boschivo, fortunatamente, non si erano propagati alla vegetazione boschiva circostante in quanto, a causa del terreno reso umido dalle piogge del giorno precedente si erano entrambi autoestintì. Nei due punti scelti dal Farina per appiccare il fuoco venivano rinvenuti i residui bruciati di due cespugli appartenenti alla specie "Ampelodesma" che si presentavano ancora fumanti.

All'atto dell'accertamento l'allevatore Farina veniva denunciato in stato di libertà in quanto l'incendio boschivo non si era sviluppato. Essendo però la zona risultata essere stata interessata negli anni precedenti da incendi boschivi e sussistendo, quindi, un concreto pericolo che lo stesso Farina potesse reiterare la medesima azione delittuosa, su richiesta della Procura, è stata applicata la misura cautelare personale che potesse garantire un adeguato controllo sulla persona dell'indagato.

Gli investigatori hanno ipotizzato che l'indagato abbia agito con lo specifico intento di utilizzare il fuoco per sopprimere le specie arbustive ed arboree, non idonee alla alimentazione dei capi ovini, che stanno naturalmente ripopolando il versante collinare, ovvero per assicurarsi una maggiore superficie coperta solo da erba sulla quale far pascolare il proprio gregge risparmiando sulle spese di acquisto di fieno da somministrare al gregge.

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