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Cronaca Castel Morrone

Dà fuoco a 106 ettari di bosco per ampliare la zona di pascolo delle pecore | FOTO

Indagato un pastore. Ai carabinieri ha detto: "Non mi inguaiate..."

I militari della stazione della Forestale dei carabinieri di Caserta hanno eseguito l’ordinanza di misura cautelare (obbligo di presentazione tutti i giorni alla polizia giudiziaria) emessa dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di Domenico Leonetti, 67 anni, allevatore di un gregge caprino.

L’uomo è indagato per aver provocato, il 18 agosto 2019, volontariamente un vasto incendio boschivo nelle aree collinari di Monte Castellone e Monte Pesatura nel comune di Castel Morrone, mediante il posizionamento di ordigni incendiari artigianali a tempo. Il rogo ha interessato una superficie boschiva avente un’estensione di circa 106 ettari, con un grave danno esteso e persistente all’ambiente. Per domare le fiamme fu necessari l’intervento di 22 persone, 4 fuoristrada, 2 autovetture, 2 elicotteri ed un aereo Canadair.

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I primi accertamenti svolti dalla Forestale permettevano di comprendere che l’incendio boschivo era stato appiccato in diversi punti. Le indagini traevano spunto da un servizio di perlustrazione che stavano svolgendo nella zona nei giorni immediatamente successivi all’incendio che consentiva di accertare l’unica presenza di Domenico Leonetti in un vasto comprensorio isolato boscato, mentre cercava di allontanarsi con passo spedito alla vista dei militari. L’uomo proveniva proprio dalla zona in cui era stato appiccato l’incendio con al seguito il suo gregge, costituito da circa una dozzina di capre, che aveva condotto a brucare l’erba fresca appretta rigermogliata per effetto del passaggio delle fiamme.

Leonetti veniva raggiunto dai militari ed alla richiesta di esibire un documento proferiva una frase foriera di un’ammissione di responsabilità. “Mariscià non mi inguaiate. Già mi hanno arrestato una volta, lasciatemi stare che non posso campare. Non mi inguaiate”. Nello zainetto che portava al seguito, Leonetti aveva con sé un accendino (anche se riferiva di non fumare), un foglio di carta e diversi gomitoli di filo di cotone.

Leonetti era stato già indagato nel 2008 perché veniva sorpreso in flagranza Din reato mentre appiccava, sullo stesso versante collinare, due distinti incendi boschivi con l’utilizzo di ordigni incendiari artigianali ad accensione ritardata.

“Riteniamo che l’indagato - si legge nella nota del capo della Procura Maria Antonietta Troncone - abbia agito con l’intento di trarre un profitto dall’incendio per addivenire alla rinnovazione e ampliamento del pascolo, sottraendo superficie al bosco in quanto l’azione di abbruciamento del soprassuolo erbaceo ed arbustivo permette allo stesso di anticipare il rigermogliare dell’erba fresca da far brucare agli animali, mentre una rinnovazione naturale costringerebbe il pastore a dover acquistare dei grossi quantitativi di foraggio per alimentare i propri animali, con conseguenti aggravi economici”.

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