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Cronaca San Marcellino

Imprenditore del clan dei Casalesi "pericoloso": confermata la sorveglianza speciale

Il 54enne di San Marcellino dovrà anche rispettare ancora l'obbligo di dimora, rigettato il ricorso dell'avvocato

E’ ancora pericoloso. La Corte di Cassazione ha confermato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per Costantino Pagano, 54 anni di San Marcellino e già coinvolto nell’inchiesta sul monopolio targato clan dei Casalesi del trasporto di frutta su gomma attraverso la Paganese Trasporti, con obbligo di dimora nel comune di residenza (per 4 anni).

Pagano aveva proposto, tramite il proprio difensore, ricorso per Cassazione contestando la presunta frequentazione di un pregiudicato (il difensore al riguardo specifica che si tratta di un uomo, gravato da una sola condanna per reati diversi da quelli ascritti a Pagano), la ripresa dell’attività di commercio ortofrutticolo (come rilevato dalla difesa mai svolta, essendo stato Pagano titolare di una ditta di autotrasporti, oggetto di provvedimento ablativo). Contestata anche la condanna per tentato omicidio riportata nel provvedimento che però il difensore evidenzia che dal certificato penale prodotto detta condanna non emerge, e il giudizio di attualità della pericolosità sociale (in relazione al quale il difensore sottolinea che la misura di prevenzione risulta essere stata eseguita dopo sei anni di custodia cautelare in carcere senza rivisitazione della pericolosità sociale nonostante i fatti di reato giustificativi fossero risalenti).

Per il giudice però il ricorso è inammissibile. Per il giudice “gli errori in cui sarebbe incorsa la Corte di appello, nelle circostanze poste a fondamento della conferma del decreto reso in prime cure, relative ai precedenti penali dei soggetti frequentati dal Pagano, alle attività commerciali dal medesimo svolte e alla condanna per il delitto di tentato omicidio, su cui fa leva il ricorso, non consentono di ravvisare la lamentata apparenza motivazionale riguardando invero profili marginali e non decisivi - né la difesa argomenta alcunché al riguardo - ai fini del giudizio sulla permanenza della pericolosità sociale”.

Infatti, il provvedimento impugnato, “muovendo dalla condanna per il reato di partecipazione ad associazione di stampo camorristico e tenendo conto della lunga detenzione patita, ha desunto l’attualità” della pericolosità sociale di Pagano, dalle sue recenti frequentazioni con soggetti pregiudicati e dalla ripresa (al di là del dato formale del tipo di attività) di attività apparentemente lecite che in passato avevano costituito la copertura per le condotte criminali, con una motivazione adeguata e immune da censure sul piano logico, che valorizza l’assenza di sopravvenuti elementi idonei a dimostrare un mutamento delle condizioni di vita in un contesto dove l’originario clan di riferimento (i Casalesi) continua ad operare”.

Alla luce di questo i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile condannando Pagano a pagare 3mila euro in favore della Cassa delle Ammende.

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