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Cronaca Bellona

Mancata bonifica dell'Ilside: sindaco rinviato a giudizio con altre 4 persone

Il gup Enea ha disposto il processo: 4500 tonnellate di rifiuti abbandonate nel sito

Dovranno presentarsi dinanzi al collegio presieduto dal giudice Carotenuto del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere i 5 imputati per la mancata bonifica dell'Ilside di Bellona. Il gup Sergio Enea ha disposto il rinvio a giudizio per il sindaco Filippo Abbate, i funzionari comunali Luigi Fusco e Achille Gargiulo, l'imprenditore Luciano Sorbo e il socio Francesco Passaro, rispettivamente proprietario e amministratore della Esogest srl. 

L'accusa per tutti è, a vario titolo, di abuso d'ufficio e omissioni di atti d'ufficio per la mancata bonifica dell'Ilside, l'impianto di trattamento dei rifiuti ormai abbandonato dopo il fallimento della società che lo gestiva, da anni sottoposto a sequestro giudiziario.

Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere nel sito sarebbero presenti 4.500 tonnellate di rifiuti, di cui 1500 di rifiuti urbani e speciali e 3000 di rifiuti combusti, residui ancora fumanti dei due grandi roghi che hanno interessato l'Ilside nel 2012 e nel luglio dello scorso anno.

L'indagine oggetto del procedimento che finirà davanti ai giudici è nata nel 2013 ed è stata condotta dai carabinieri del Noe. Nel mirino degli inquirenti è finita l'ordinanza numero 23 del 15 novembre 2013, con cui il Comune di Bellona affidò i lavori di pulizia e bonifica dell'Ilside alla Esogest di Sorbo. Per gli inquirenti l'affidamento sarebbe stato illegittimo, in quanto il Comune non avrebbe effettuato alcuna valutazione dei requisiti soggettivi posseduti dall'Esogest né avrebbe proceduto all'esatta determinazione del contenuto e delle modalità di affidamento, che sarebbe stato dunque effettuato solo per consentire alla società di "lucrare sull'attività in questione in assenza di un'effettiva controprestazione".

Peraltro sull'ordinanza comunale si è prenunciato anche il Tar della Campania, che nell'agosto del 2014 l'ha dichiarata legittima, almeno sotto il profilo amministrativo, affermando che è stata giusta la decisione di non attivare la procedura ad evidenza pubblica per la scelta dell'azienda appaltatrice in quanto c'era la necessità di rimuovere immediatamente i rifiuti combusti, a tutela della salute pubblica. Il processo inizierà a febbraio. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Umberto Pappadia e Mauro Iodice

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