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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Capua

Frecciarossa deragliato, chiuse le indagini per la morte di Mario. In 15 rischiano il processo

L'inchiesta sulla tragedia avvenuta a Lodi. Il macchinista di Capua aveva 59 anni

Disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Lodi all'esito delle indagini sul deragliamento del Frecciarossa, a Ospedaletto Lodigiano, che il 6 febbraio 2020 provocò la morte di due macchinisti - Giuseppe Cicciù, 52enne di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, 59 anni di Capua - oltre al ferimento di 10 passeggeri. Quindici le persone verso il processo, tra cui Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, e Michele Viale, presidente e ad di Alstom Ferroviaria.

A risultare indagati - riferiscono i colleghi di MilanoToday - nell'ambito dell'inchiesta alcuni dirigenti di Alstom come Maurizio Pula nel cda di Alstom e responsabile del segnalamento ferroviario dell’unità produttiva di Firenze, e Tiziana Impera e Francesco Muscatello, all’epoca rispettivamente direttore per l’Italia della sicurezza funzionale e System Program Manager sempre di Alstom. In base a quanto ricostruito dei magistrati, la causa del deragliamento sarebbe stata la posizione sbagliata di uno scambio, dovuta a "un difetto di produzione presente all’interno" di una sua componente, "l'attuatore telaio aghi" fornito da Alstom a Rfi. Scambio "interessato poco prima" dell’incidente "da lavori di manutenzione programmata".

L'indagine

Le due vittime erano a bordo della motrice. Il Frecciarossa 1000, che, come scrivono i pm, aveva "ricevuto il segnale di via libera per viaggiare sul corretto tracciato alla massima velocità" sarebbe deragliato a circa 280 km/h a Livraga, nel Lodigiano, per via dello scambio trovato aperto e che sarebbe dovuto invece essere chiuso.

L'indagine sull'incidente, che ora risulta chiusa, cita condotte omissive e di "negligenza e imperizia" nei controlli oltre che di "violazione delle norme anti-infortunistiche e inerenti la sicurezza della circolazione ferroviaria". L'ex ad di Rfi, Gentile, viene messo in luce, non avrebbe adottato "le misure di prevenzione necessarie atte a garantire l’integrità fisica dei lavoratori di Trenitalia spa e di tutti i viaggiatori sui treni percorrenti la linea" di alta velocità "binario dispari Milano - Salerno".

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