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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Il fratello del pentito fa scena muta davanti ai giudici

Iavarazzo non ha risposto alle domande del pm dopo la condanna

Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pubblico ministero Michele Iavarazzo, fratello del collaboratore di giustizia Mario. E' quanto accaduto nel corso del processo celebrato a Napoli Nord dinanzi al collegio presieduto dal giudice Ferraro sul monopolio della cartellonistica da parte del clan dei Casalesi.

Michele Iavarazzo, anche lui coinvolto nell'inchiesta e che ha patteggiato la condanna, ha deciso di non rispondere alle domande del pubblico ministero. Ha invece risposto confermando quanto riferito in sede d'interrogatorio Gennaro Esposito, anche lui inizialmente coinvolto nell'inchiesta. Si torna in aula a inizio novembre. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mario Griffo, Carlo De Stavola, Elisabetta Carfora, Giuseppe Stellato, Massimo D'Errico, Giuseppe Laudando e Francesco Ianniello.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Mario Iavarazzo, dopo la sua scarcerazione, avrebbe ripreso ad operare nel settore della pubblicità con la collaborazione dei fratelli e con il contributo di Armando Aprile, imprenditore nel settore delle affissioni pubblicitarie che avrebbe messo a disposizione le risorse e le strutture della SPM srl. In questo modo sarebbe proseguito il business che si avvaleva dell'intimidazione dei concorrenti, quando necessario, e dell'utilizzo di prestanome a cui sarebbero state intestate le società, di fatto gestite in maniera occulta da Iavarazzo. Il collaboratore di giustizia ha anche parlato di un sistema di corruzione dei dipendenti Anas utilizzato per far chiudere un occhio ed evitare controlli sulla regolarità delle tabelle.

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