rotate-mobile
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Finta perquisizione per giustificare i pestaggi in carcere: "Archiviate indagine sui detenuti"

La richiesta della Procura nei confronti di undici reclusi ritenuti i promotori di una rivolta

Richiesta di archiviazione per 11 detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere denunciati dalla polizia penitenziaria per la protesta dell'aprile del 2020 quando nella casa circondariale "Francesco Uccella" si verificò "l'orribile mattanza" per la quale sono a processo 108 persone tra agenti, funzionari del Dap ed anche due medici (questi ultimi accusati di falso).

Secondo quanto denunciato, nel corso di una perquisizione sarebbero stati rinvenuti nelle celle oggetti atti ad offendere quali spranghe o olio bollente da utilizzare durante la protesta. Ma quelle perquisizioni, come emerso dall'inchiesta sugli agenti della penitenziaria, erano palesemente alterate. Sarebbero stati gli stessi agenti - come si evidenzia dalle chat su whatsapp - a mettere quegli oggetti nelle celle, o meglio, a scrivere nei verbali di averle trovate lì.

E in seguito a quella perquisizione - ritenuta dagli inquirenti come un maldestro tentativo di costruire una giustificazione a quella rappresaglia - che ci fu la mattanza del 6 aprile. I detenuti vennero fatti sfilare nei corridoi del Nilo e picchiati, fatti inginocchiare faccia al muro, torturati. Vennero tagliati capelli e barbe, vennero minacciati. 

In quella circostanza gli agenti individuarono i 12 capi della "finta rivolta" (la sera prima avevano rifiutato di rientrare in cella chiedendo mascherine) che vennero messi in isolamento. Uno di loro, Hakimi Lamine, circa un mese dopo i fatti ha perso la vita. Per tutti gli altri la Procura ha invocato l'archiviazione. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Finta perquisizione per giustificare i pestaggi in carcere: "Archiviate indagine sui detenuti"

CasertaNews è in caricamento