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Cronaca Marcianise

Il business dei fanghi, nuove 'confessioni' nelle mani della Procura

I pubblici ministeri annunciano le dichiarazioni di Giovanni Caruson nel corso dell'udienza preliminare

Nuovo colpo di scena nell'udienza preliminare dell'inchiesta "Dirty Money" sul business dei fanghi dei depuratori campani che finivano in mare. I pubblici ministeri Henry Woodcock ed Ivana Fulco hanno annunciato il deposito di altre dichiarazioni rese stavolta da Giovanni Caruson, anche lui imputato nel processo. Si tratta - stando al sommario depositato in udienza in attesa della trascrizione dei verbali - di dichiarazioni prevalentemente autoaccusatorie ma i difensori degli altri imputati vogliono attendere l'acquisizione per valutare ulteriori strategie difensive. 

Caruson, secondo gli atti dell'indagine, sarebbe una persona vicina ad Andrea Basile, ritenuto reggente del clan Cimmino, la storica cosca che domina gli affari criminali del Vomero, la cui posizione è stata stralciata in quanto ha optato per il giudizio in abbreviato. Ora, sia pure non iniziando un vero e proprio percorso di collaborazione con la giustizia, Caruson ha deciso di parlare con gli inquirenti. Si torna in aula a inizio febbraio. 

Tra gli indagati che rischiano il processo figurano, tra gli altri, Agostino Chiatto, 54 anni di Napoli; Antonio Cristoforo, 40 anni di Trentola Ducenta;  l'ex direttore generale “pro tempore” della Sma Campania Lorenzo Di Domenico; Errico Foglia, 62 anni di Pozzuoli; l'ex consigliere regionale di Fratelli d'Italia Luciano Passariello;  l'ex coordinatore degli impianti di depurazione della Sma Campania, direttore dell’impianto di depurazione di Napoli Est e all’epoca dei fatti anche dell’impianto di depurazione di Marcianise Luigi Riccardi. Nel collegio difensivo sono impegnati tra gli altri gli avvocati Fabio Della Corte, Antonio Mottola, Andrea Imperato, Francesco Esposito, Giovanni Abet, Alfredo Capuano, Salvatore Nugnes, Roberto Saccomanno, Gino Fulgeri, Enrico Von Arx. Riconosciute persone offese la Sma Campania, difesa dall'avvocato Mario Papa, e l'associazione l'Altra Italia Odv difesa dall'avvocato Gennaro Caracciolo.  

Secondo l'accusa sarebbero state elargite mazzette per favorire alcuni imprenditori nell'aggiudicazione di appalti per lo smaltimento dei fanghi degli impianti di depurazione. Secondo gli inquirenti Passariello, all'epoca candidato alle Politiche, avrebbe ottenuto un illecito finanziamento per la propria campagna elettorale. Corruzione che coinvolgeva anche i vertici della Sma, da Lorenzo Di Domenico a Luigi Riccardi che avrebbero affidato appalti diretti per la "movimentazione interna, prelievo e trasporto" dei fanghi prodotti dagli impianti di Acerra, Napoli Nord, Marcianise, Regi Lagni e stazione grigliatura di Succivo a cordate di imprenditori guidate da un pluripregiudicato, Salvatore Abbate.

E i fanghi tossici venivano scaricati in mare, come testimoniano alcune intercettazioni. E' Riccardi a rivelarlo a Foglia, quest'ultimo direttore dell'impianto di Acerra: "La cosa brutta è che dall'8 febbraio fino a oggi sono stati buttati i fanghi a mare". Secondo la Procura finiva in mare un cassone di fanghi al giorno. 

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