Falsi incidenti: coinvolto anche ragazzino di 11 anni. Sei arresti
Arrestati anche due avvocati. L'indagine partita da un assegno clonato
I carabinieri della compagnia di Caserta hanno arrestato sei persone (uno finito in carcere, gli altri ai domiciliari) per truffa alle compagnie assicurative. Fingevano incidente mai avvenuti per ottenere il risarcimento. In una occasione è stato coinvolto anche un bambino di 11 anni. Gli arrestati sono residenti a Caserta, Casagiove e Bellona: sono indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di compagnie assicurative, furto, estorsione e traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Le indagini partite da un assegno clonato
L’attività investigativa è stata avviata nel gennaio 2018 ed ha preso le mosse dal tentativo di negoziazione di un assegno clonato presso un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere. I successivi approfondimenti effettuati in ordine a tale vicenda, hanno permesso far emergere un ben più articolato contesto criminale e di acquisire gravi indizi di colpevolezza circa l'esistenza e l'operatività di una associazione per delinquere, caratterizzata da un modus operandi ben collaudato e dalla presenza di due soggetti in posizione apicale, P.S e D.B.A., con funzione di promotori delle diverse iniziative criminali e di "collante" tra i diversi sodali, dedita al compimento di frodi assicurative e di numerosi altri reati-scopo, perpetrati attraverso la denuncia di sinistri stradali non accaduti e, talora, anche attraverso la produzione di certificati medici ideologicamente falsi, ottenuti inducendo in errore il personale sanitario in servizio presso i singoli nosocomi locali in ordine alla causa delle lesioni di volta in volta refertate.
Coinvolti anche due avvocati
Le condotte risultano esser state pianificate e realizzate allo scopo di conseguire dalle compagnie assicurative investite delle relative richieste, inoltrate nella maggior parte dei casi per il tramite dei legali C. A. e/o R. G., attinti anch'essi da misura cautelare, il risarcimento di danni per le lesioni personali apparentemente cagionate da sinistri stradali, in realtà mai avvenuti. Significativo è stato il ruolo svolto in tali vicende dai due professionisti indagati, che hanno curato e istruito la maggior parte delle pratiche relative ai "falsi sinistri" instaurando e mantenendo nel tempo intensi rapporti di fiducia e di interesse con P.S. ed altri membri del sodalizio.
Minorenni utilizzati per i falsi incidenti
“Giova sin d'ora evidenziare - scrive il procuratore facente funzioni Carmine Renzulli - ad attestazione dell'assoluta gravità dei fatti reato emersi all'esito della presente indagine come talora i membri del sodalizio non hanno esitato a coinvolgere anche dei minori, a vario titolo legati da rapporti di parentela con gli indagati, che sono stati indicati quali soggetti "feriti" in occasione dei sinistri stradali non accaduti ed all'uopo condotti al pronto soccorso, ove sono poi stati indotti a dichiarare al personale sanitario che le lesioni che venivano repertate e che dipendevano in realtà da altra causa, erano state cagionate da un sinistro stradale”.
Il ‘cavallo di ritorno’ e lo spaccio
Le attività investigative hanno inoltre fatto emergere gravi indizi di colpevolezza anche in ordine ad un episodio di furto di un’autovettura, perpetrato a Casagiove dall’indagato C.A. su incarico egli indagati P.S. e D.B.A. ed alla successiva condotta estorsione, mediante ‘cavallo di ritorno’, posta in essere da C.A. e da L.M.M. ai dai del proprietario dell’autovettura in vista del ritrovamento della stessa. L’indagine ha inoltre permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine ad ulteriori condotte illecite, connesse al traffico di droga, perpetrate dagli indagati C.A. e P.S.; quest’ultimo, inoltre, al momento dei fatti era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altra causa.