rotate-mobile
Cronaca

Giro di false fatture, condanna definitiva per un 46enne

La Cassazione ha confermato la pena di 1 anno e mezzo di reclusione

Era titolare di una società di fatto inesistente e con la quale emetteva false fatture in favore di altre società consentendo loro di risparmiare, indebitamente, l'iva. Per questo motivo è stato condannato in via definitiva ad un anno e mezzo di reclusione Domenico C., 46enne di Caserta.

La Corte di Cassazione, infatti, ha dichiarato inammissibile il suo ricorso confermando la sentenza pronunciata nei suoi confronti dalla Corte d'Appello di Milano. Per i giudici della Suprema Corte il verdetto d'Appello è privo di contraddizioni. In particolare "la sentenza ha riconosciuto l'inesistenza delle operazioni di cui alle fatture emesse ... inesistenza desunta da elementi tipici, quali l'assenza di sede (laddove vi sarebbe dovuta esser la sede legale, vi era un negozio di antiquariato) e la mancanza di ogni evidenza fiscale ("La stessa era un evasore totale e, sostanzialmente, sconosciuta al Fisco"). Elementi non smentiti dall'imputato".

A ciò si aggiunga il fatto che con il sistema delle false fatture il 46enne ha permesso ad un'altra società di "evadere le imposte sui redditi e sull'IVA, attraverso l'esposizione delle stesse fatture nella dichiarazione dei redditi".

I giudici hanno, infine, rigettato anche la richiesta di concessione condizionale della pena in quanto il beneficio era stato già concesso in un precedente penale del 2011. Il casertano, alla luce dell'inammissibilità del ricorso, è stato condannato anche al pagamento di 3mila euro in favore della Cassa delle Ammende.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giro di false fatture, condanna definitiva per un 46enne

CasertaNews è in caricamento