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Cronaca Villa Literno

Fabozzi in lacrime dopo la sentenza: "Assolto perché il fatto non sussiste"

Il pianto liberatorio e l'abbraccio con l'avvocato dell'ex consigliere regionale a 10 anni dal suo arresto

Assolto perché il fatto non sussiste. Una formula che ha fatto scoppiare in lacrime Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale eletto in quota Pd, assolto dalla seconda sezione penale della Corte d'Appello di Napoli dopo la condanna in primo grado a 10 anni di reclusione per presunte collusioni con il clan dei Casalesi.

Il pianto liberatorio dopo la sentenza 

Al termine della lettura del verdetto da parte del collegio presieduto dal giudice Alabisio, Fabozzi è scoppiato a piangere. Sono state lacrime liberatorie versate sulla toga del suo legale, l'avvocato Mario Griffo, durante un abbraccio che ha il sapore della giustizia e della verità dopo un incubo giudiziario durato quasi 10 anni. Sono cadute, nel merito, tutte le accuse: dal concorso esterno alla camorra alla corruzione, turbativa d'asta, voto di scambio. 

Dieci anni fa l'arresto

Era il mese di novembre del 2011 quando le sirene dei carabinieri arrivarono a casa di Fabozzi per arrestarlo. Le accuse erano gravissime: avrebbe stretto un patto con il clan per procurarsi sostegno elettorale in cambio di appalti. Reati che riguardavano il periodo in cui era sindaco a Villa Literno ma che arrivarono quando Fabozzi era all'apice della sua carriera politica, eletto da poco più di un anno in consiglio regionale in quota Pd.

La condanna in primo grado: "Politici arrendetevi"

Il processo di primo grado confermò quasi completamente l'inchiesta coordinata dalla Dda. Resta scolpita nelle memorie giudiziarie degli ultimi anni la requisitoria del pubblico ministero Antonello Ardituro, una vera e propria invettiva contro la classe politica campana. "Arrendetevi - disse il pm dell'Antimafia - Questi boss della camorra si sono pentiti, chi non si pente è invece un pezzo di politica che ha fatto affari con la camorra". A margine della sua requisitoria Ardituro invocò 14 anni per Fabozzi che venne condannato, però, a 10 anni.

L'appello e le dichiarazioni di Schiavone

Così il ricorso in Appello con la Procura Generale che ha chiesto la riapertura del processo con l'escussione, tra gli altri, anche del superpentito Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco detto Sandokan. Schiavone, i cui verbali sono stati acquisiti, ha parlato di importanti lavori presso la zona Asi di Villa Literno affidati, a sua detta, ad un imprenditore legato ad Antonio Iovine. Peccato che una zona Asi a Villa Literno non ci sia, come dimostrato dalla copiosa documentazione portata nel processo dall'avvocato Griffo per conto di Fabozzi. 

"Assolto perché il fatto non sussiste"

Oggi, dopo 10 anni di battaglie giudiziarie, l'assoluzione con formula piena, "perchè il fatto non sussiste, per l'ex consigliere regionale Fabozzi che per tutto questo tempo non ha mai smesso di professare la sua innocenza. Assolti con lui anche gli imprenditori Mastrominico e l'ex consigliere comunale Caiazzo.

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