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Cronaca San Tammaro

Evade dai domiciliari e aggredisce i carabinieri: denunciato pusher

L'uomo era sotto effetto di alcol ed è stato necessario il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio

Evade dai domiciliari e viene condotto in caserma. Ma va in escandescenza ed 'aggredisce' i carabinieri: denunciato per evasione e resistenza a pubblico ufficiale. È quanto accaduto nella serata di mercoledì a San Tammaro, dove Cesare Cecere 30enne tammarese è stato sorpreso per strada dai carabinieri della sezione operativa radiomobile di Santa Maria Capua Vetere, a pochi metri dalla propria abitazione dove era ristretto in regime di arresti domiciliari. Il 30enne dopo essere stato condotto in caserma per gli accertamenti di rito è andato in escandescenza strattonando ed inveendo contro i militari dell'Arma.

Cecere si trovava in uno stato di alterazione psisicofisica data dall'assunzione di alcol e dopo l'esternazione della rabbia verso i carabinieri è stato necessario il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio. Il 30enne tammarese infatti è stato condotto presso il reparto di psichiatria dell'ospedale Moscati di Aversa a bordo di un'ambulanza non prima di esser denunciato per evasione e per resistenza a pubblico ufficiale.

Cesare Cecere è stato coinvolto nella maxi inchiesta 'White Stone' coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che portò a ben 70 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e produzione, detenzione e cessione illecita di stupefacenti. Il 30enne rientrava nel gruppo dei 25 spacciatori casertani che provvedeva al rifornimento di cocaina e crack nelle piazze di spaccio nel comune di Santa Maria Capua Vetere e nelle aree limitrofe (comuni di San Tammaro, Casapulla, Curti, San Prisco e Macerata Campania). Lo stupefacente veniva anche smerciato a Napoli ed Avellino. La Dda di Napoli ebbe la mano pesante nel processo a carico del gruppo di spacciatori tanto da chiedere 57 condanne con pena dagli 8 ai 20 anni di carcere per gli imputati. Cesare Cecere a fronte di una richiesta del pubblico ministero di 10 anni 'se la cavó' con una pena a 4 anni ed 8 mesi.

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