rotate-mobile
Cronaca Casal di Principe

Pizzo dei Casalesi, imprenditori in aula: "Richieste fino a 20mila euro"

Il processo a carico di 12 elementi del gruppo Schiavone. Alla sbarra anche il figlio di Sandokan

Richieste estorsive che arrivavano anche a 20mila euro. Lo hanno confermato alcuni imprenditori sentiti nel corso del processo a carico di 12 persone, ritenute vicine al clan dei Casalesi, che si sta celebrando dinanzi al collegio presieduto dal giudice Pacchiarini del tribunale di Napoli Nord. 

Le vittime, richiamate più volte dal pubblico ministero Ranieri della Dda sulle versioni fornite in fase di indagini, hanno sostanzialmente confermato di aver subito richieste di pizzo per conto del clan dei Casalesi. Richieste che in alcuni casi sarebbero arrivate anche a 20mila euro, suddivise nelle canoniche tre tranches di Natale, Pasqua e Ferragosto. Si torna in aula a metà giugno per il deposito delle intercettazioni e l'escussione degli investigatori di polizia giudiziaria. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Caterino, Luigi Monaco, Gaetano Laiso, Gabriele Piatto, Vincenzo Motti, Gianluca Barbato, Leandro Boccuti, Carmine Carbone, Guglielmo Iorio, Nicola Artese e Antonio De Micco.

Sotto processo ci sono Ivanhoe Schiavone, il figlio del capoclan Francesco Sandokan accusato di intestazione fittizia di beni; Arcangelo D'Alessio, 42enne di Trentola Ducenta; Giosuè Palmiero, di 41 anni; Gaetano De Biase, detto Burzone, 55 anni di Aversa; Oreste Diana, 31 anni di Trentola Ducenta, figlio del boss Peppe cuoll e pinto; Pietro Falcone, 42 anni di Trentola Ducenta; Alessandro Marino, 37 anni di Castel Volturno; Renata Marino, 31 anni di Bacoli; Salvatore Marino, 28 anni di Trentola Ducenta; Salvatore Orabona, collaboratore di giustizia di Trentola Ducenta; Romeo Pellegrino, 62 anni di San Marcellino; Antimo Scuotto, 46 anni di Aversa. 

Tre i filoni d'indagine, con un unico filo conduttore. Il primo riguarda le nuove leve del clan Schiavone e la ripresa delle attività estorsive, la maggior parte delle quali nei canonici periodi di Natale e Ferragosto, ai danni delle attività commerciali ed imprenditoriali dell'agro aversano, tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano. Tra le richieste di pizzo anche quella da 60mila euro posta in essere da Salvatore Orabona, oggi collaboratore di giustizia, ai danni di un imprenditore edile. 

L'altro filone d'indagine, invece, riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, tra le province di Caserta (a Trentola Ducenta, San Marcellino e Parete) e Napoli, con i rifornimenti di droga - marijuana, cocaina ed hashish - che arrivavano dall'Albania. Ed albanesi erano anche gli sfruttatori di alcune prostitute tra Maddaloni, Qualiano ed in provincia di Napoli.

Schiavone jr, infine, è accusato di intestazione fittizia di beni in quanto avrebbe, insieme ad Oreste Diana e Romeo Pellegrino, intestato fittiziamente a Renata, Alessandro e Salvatore Marino la titolarità di un'agenzia di scommesse a Trentola Ducenta al fine di eludere misure di prevenzione.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizzo dei Casalesi, imprenditori in aula: "Richieste fino a 20mila euro"

CasertaNews è in caricamento