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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Villa Literno

Estorsioni per 'conto dei Casalesi', le vittime sfilano in aula

Indagini partite grazie ad una soffiata, dichiarazioni discordanti delle persone offese in merito al reale autore di una condotta estorsiva, l'ammissione delle condotte estorsive consumate e tentate

Indagini partite grazie ad una soffiata, dichiarazioni discordanti delle persone offese in merito al reale autore di una condotta estorsiva, l'ammissione delle condotte estorsive consumate e tentate. La verifica sulla regolarità del materiale trascritto dopo uno stop di molti mesi. È quanto emerge nel processo a carico di Vincenzo Ucciero, l’unico dei 14 indagati (gli altri indagati hanno proceduto con rito abbreviato) per associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, finito a dibattimento dinanzi ai giudici della seconda sezione in composizione collegiale presieduta dal giudice Lucia Ferraro, del Tribunale di Napoli Nord.

Dinanzi ai giudici hanno sfilato le vittime chiarendo la loro posizione in merito alle condotte estorsive poste in essere da Vincenzo Ucciero. Uno degli imprenditori taglieggiati ha ammesso che la condotta estorsiva non era stata posta in essere da Vincenzo Ucciero bensì da Antonio Ucciero. All'escussione di altre parti offese è emerso che le condotte estorsive poste in essere nei confronti degli altri imprenditori erano conosciute solo per derelato. A Vincenzo Ucciero è stata contestata un'unica estorsione di 1500 euro da un imprenditore. In merito al materiale captato nonostante l'ulteriore proroga concessa dalla Procura per il deposito, del materiale captato non c'è stata traccia. Il consulente di allora avallò scuse e giustificazioni che insospettirono il Sostituto Procuratore della Dda di Napoli Maurizio Giordano che dispose l'invio degli atti in Procura contro il perito. Il dubbio che serpeggiava in aula è che il perito fosse stato avvicinato da 'amici' del clan dei Casalesi e per questo potrebbe aver scelto di dilatare i tempi. A seguito della revoca del perito inadempiente e la nomina di altri periti col compito di trascrivere il materiale captato dagli inquirenti, da tale materiale ne sono emerse irregolarità. Si torna in aula la fine del mese di aprile per la verifica ultronea delle trascrizioni delle intercettazioni.

Vincenzo Ucciero, difeso degli avvocati Marco Ucciero e Antonio Abet, era considerato il reggente, assieme a Oreste Reccia, del neo cartello della camorra che mirava alla riconquista dei territori di Villa Literno, Aversa, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino e Giugliano in Campania a suon di estorsioni perlopiù a imprenditori liternesi per conto degli 'amici di Casale'. Secondo i magistrati della DDA partenopea ciascuno forniva il proprio contributo nel meccanismo mafioso con il solo scopo di agevolare gli esponenti della 'vecchia guardia' del clan dei Casalesi al fine di perpetrare l'egemonia sui territori che un tempo erano dei gruppi di Schiavone, Zagaria, Bidognetti, Iovine. Il loro modus operandi era quasi un marchio di fabbrica: estorsioni, pestaggi, utilizzo di armi illecitamente detenute e spesso celate in casa dagli appartenenti al sodalizio criminale. Una delle vittime di estorsione si è costituita parte civile con l'avvocato Mario Griffo.

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