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Cronaca

Giudizio immediato per titolare di una pescheria: minacce di morte all'amico per riavere i soldi prestati

La vittima è un organizzatore di eventi travolto dalla pandemia per il Covid

Decreto di giudizio immediato per Luigi P., 30enne di Caserta, imprenditore nel campo ittico ritenuto responsabile dei reati di usura ed estorsione (consumata e tentata) ai danni di un imprenditore casertano P. D. M. operante nell'organizzazione di eventi e spettacoli. E' quanto disposto dal Giudice delle Indagini Preliminari Federica Villano del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere indicando la comparizione dell'imprenditore ittico difeso dagli avvocati Alfonso Iovino e Carlo Ercolano dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a metà settembre.

Il prestito lievitato fino a 190mila euro

Luigi P. venne tratto in arresto il primo aprile di qest'anno dalla guardia di finanza di Caserta a seguito di un'attività di indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e che mediante l'ausilio di intercettazioni ed appostamenti disveló l'esistenza di un debito intercorrente tra l'imprenditore ittico e l'organizzatore di eventi originariamente di 10.000 euro e poi lievitato per effetto di interessi usurai a 190.000 euro. Secondo quanto denunciato alle fiamme gialle casertane, P. D. M. l'imprenditore nel settore degli eventi e spettacoli assistito dai legali Gianluca Giordano e Andrea Balletta nel novembre 2019 per far fronte ad impellenti necessità finanziarie legate alla sua attività non riuscendo più a rivolgersi agli istituti di credito si era rivolto al facoltoso amico storico Luigi P. per avere un aiuto confidando di poter rimborsare quanto richiesto in breve tempo grazie alla programmazione degli eventi del 2020. Inizialmente venne corrisposto da Luigi P. a P.D.M. una somma di 10.000 euro con la promessa di restituzione di 15.000 euro da versare nel mese successivo con l'applicazione di un tasso di interesse usuraio secondo la Pubblica Accusa pari al 600%.

Travolto dalla pandemia: così iniziano le minacce

Per effetto del lockdown l'organizzatore di eventi non era riuscito a saldare il debito contratto con l'amico e da qui le pretese di quest'ultimo a che gli venisse corrisposto altro denaro a titolo di interesse per compensare il ritardo di P. D. M. nella restituzione del prestito facendo così lievitare la somma a distanza di circa un anno dalla prima ed unica dazione fino a 190.000 euro. I continui ritardi del debitore nel versare quanto dovuto secondo le ricostruzioni degli inquirenti spinse l'imprenditore ittico ad assumere atteggiamenti intimidatori nei confronti della vittima con minacce di morte sia nei confronti dell'amico che dei familiari."Ti ammazzo", "ti sequestro fino a quando non mi porti tutti i soldi", "ti taglio la gola", "ti butto dal balcone prima a te e poi a tuo padre". Questo il tenore delle minacce che nei giorni tra il27 ed il 29 marzo del 2021 portarono a pugni in pieno volto per P. D. M. sferrati da Luigi P. corredati da minacce di morte per sé ed i familiari, se non avesse provveduto al saldo. Le svariate richieste del creditore portarono il debitore a racimolare tra amici e parenti la somma di 70.000 euro e far fronte a parte del debito di 190.000 euro. Le pressioni però continuarono e P. D. M. denunciò ogni cosa ai finanzieri.

Definito anche un "piano di ammortamento"

L'attività investigativa dei finanzieri casertani trovó riscontri in quanto dichiarato dalla vittima compresa la ricostruzione del prestito con l'applicazione di un tasso di interesse arrivato al 2500% con la previsione di un piano di ammortamento con la consegna di 1000 euro al mese per 10 anni. A seguito dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP Villano del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Luigi P. in sede di interrogatorio chiarì la sua posizione spiegando il rapporto di amicizia intercorrente tra lui e P. D. M. e proprio in virtù di tale legame amicale era avvenuto il prestito negando poi gli addebiti in merito al reato di usura ed estorsione. Luigi P., sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari a seguito della riformata ordinanza genetica in sede di riesame, dovrà chiarire nuovamente la propria posizione dinanzi al Tribunale sammaritano.

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