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Cronaca Cancello ed Arnone

Estorsione al fratello di vittima della camorra, condannato

Il giudice ha inflitto 3 anni a De Rosa. Prescrizione per il ras Cacciapuoti e sua moglie

Tre anni di reclusione per Ferdinando De Rosa. Sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per Alfonso Cacciapuoti e sua moglie Luisa Martino. Questa la sentenza del collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al termine del processo a carico dei tre accusati di tentata estorsione (De Rosa) ed intestazione fittizia di beni (Cacciapuoti e Martino).

De Rosa, di Cancello ed Arnone, si era presentato da un imprenditore per chiedere la tangente per conto del gruppo Zagaria. La vittima, il cui fratello venne ucciso dai Casalesi 30 anni fa, si rifiutò di pagare denunciando l'esattore e costituendosi parte civile al processo con l'avvocato Gianluca Giordano. I giudici hanno disposto anche un risarcimento, da quantificare in sede civile, con una provvisionale da 10mila euro. 

Cacciapuoti, ritenuto ras dei Casalesi nella zona dei Mazzoni, e Martino, invece, erano accusati di aver intestato un caseificio di loro proprietà ad una famiglia per eludere eventuali provvedimenti di sequestro. Per loro - difesi dagli avvocati Paolo Caterino, Giuliana Lombardi e Cipriano Di Tella - i giudici hanno escluso l'aggravante mafiosa e dichiarato la prescrizione del reato.

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