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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Arienzo

CAMORRA Pizzo all’imprenditore per conto del clan, catturati dalla polizia

Blitz della Squadra Mobile, in manette anche un parente del capo clan Massaro

Nel pomeriggio di martedì la Polizia di Stato di Caserta ha proceduto all’arresto in flagranza nel comune di Arienzo di Clemente Massaro, 24 anni, e Raffaele Pascarella, 32 anni, entrambi pregiudicati, poiché ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I due sono stati colti nell’attimo in cui ricevevano la tangente da un imprenditore edile della zona, quale rateo estorsivo per poter proseguire l’attività imprenditoriale “senza alcun intralcio”.

Già nei giorni precedenti la vittima aveva subito richieste estorsive da parte di Massaro che, facendosi forte della notorietà dell’omonimo clan camorristico, detto anche “dei pecorari”, imperante nell’area che comprende i comuni di Santa Maria a Vico, Arienzo e San Felice a Cancello, aveva tentato di imporre il proprio volere all’imprenditore. Peraltro, come è stato accertato successivamente, Clemente Massaro risulta effettivamente parente del pluripregiudicato capo clan Bartolomeo Massaro.

Gli uomini della Squadra Mobile, alla luce del possibile incontro che la vittima avrebbe avuto con i suoi estorsori, predisponevano un servizio di appostamento e pedinamento, seguendo a distanza l’imprenditore, a bordo di due auto civetta. Una volta giunta in un bar di Arienzo, la vittima veniva immediatamente avvicinata da due uomini dal fare sospetto. A quel punto, gli investigatori della Mobile proseguivano nel pedinamento, seguendo passo dopo passo i movimenti dei tre, pur tenendosi ad una distanza tale da non destare sospetti e, al contempo, poter intervenire al momento opportuno.

Ed infatti, appena avvenuto lo scambio di danaro, gli agenti si fiondavano sugli estorsori, bloccandoli e riuscendo anche a recuperare la somma di 4mila euro che la vittima gli aveva versato poco prima.

Tratti in arresto, venivano condotti in Questura per le formalità di rito e poi presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

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