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Cronaca Maddaloni

Riti esoterici sotto le Torri: "Con don Michele c'era anche il commissario"

Il racconto di una vittima: "Mi fece cadere dalle scale e mi ingessai il braccio". Oggi gli interrogatori

Riti violentissimi in cui le presunte vittime sono state picchiate, morse, umiliate da don Michele Barone. E' questo un altro aspetto che emerge dall'ordinanza che ha portato in carcere il sacerdote del Tempio di Casapesenna, insieme con il poliziotto Luigi Schettino ed i genitori della ragazzina di 13 anni finita al centro del servizio de Le Iene e che ha fatto scattare l'inchiesta.

Una delle vittime ha raccontato agli inquirenti di un rito "purificatore" avvenuto nella zona San Benedetto a Maddaloni. "Ricordo che nella scorsa estate, una mattina verso le 11 vennero a prendermi sotto casa Don Michele, Luigi Schettino ed un altro uomo che non conosco e che non mi venne presentato. Vennero con una macchina grigia e credo fosse una macchina della questura in quanto ricordo che vi era una paletta della Polizia nella aletta parasole posta davanti al lato guidatore. La macchina era guidata dal signore che non conoscevo (aveva circa 50 anni , non molto alto e un poco calvo) ... Mi chiamò Don Michele quando erano sotto casa ed io scesi, salii in macchina ed andammo al castello che si trova in zona San Benedetto a Maddaloni. Parcheggiammo la macchina ad un certo punto e salimmo a piedi. Lì ci sono due torri. Salimmo tutti e quattro. Ricordo che Luigi scattava foto (i filmati girati dal poliziotto sono finiti in un'annotazione di servizio acquisita dagli inquirenti nda). Lì giunti, don Michele mi fece una benedizione e intendo dire un rito di esorcismo; ricordo che mi mise una mano in testa; mi disse che, in quel luogo, nessun sacerdote aveva mai fatto benedizioni. Io però non ricordo quello che accadde lì sopra dopo che mi mise la mano in testa. Ricordo solo che, scendendo a piedi per ritornare in macchina, mi sentivo malissimo, mi girava la testa, ero senza forze. Ma, fidandomi di Don Michele, non feci domande su quanto era accaduto. Don Michele durante il tragitto mi abbracciava e mi diceva di stare tranquilla che era tutto finito. Non sono in gradi di riferire se, in quella occasione don Michele mi avesse fatto bere qualcosa".

La ragazza indossava un collare ed un tutore alla spalla, proprio come la piccola A.T., filmata in uno stato di trance in uno dei pellegrinaggi con Don Michele. "Il tutore lo avevo dovuto comprare perché - prosegue la ragazza - per condurmi con la forza a fare una benedizione, tempo prima, don Michele mi aveva presa con violenza e mi aveva fatta cadere dalle scale di casa mia. Era presente anche mia madre. Sono stata ingessata al braccio per un mese e il gesso me lo misero all’ospedale di Maddaloni (c'è un referto medico dell'ospedale di Maddaloni nda). Il collare, invece, lo avevo perché Don Michele mi disse che, come le altre ragazze indemoniate, avrei dovuto portarlo tutti i giorni. In realtà, il nostro collo ( il mio e delle altre ragazze ritenute indemoniate) era molto provato dai riti di esorcismo nel corso dei quali Don Michele ci trascinava con la testa a terra e ce la teneva bloccata con un piede".

Ma non solo. "Sempre in occasione di una benedizione - prosegue la giovane - avvenuta in casa di Don Michele a Casapesenna, in una strada che si trova sulla destra dopo la rotonda che si trova nei pressi della Cappellina, mi ritrovai per terra e, mettendomi una mano in testa, vidi che era piena di sangue". La ragazza fu medicata alla Clinica "Pineta Grande, e li i medici mi diedero 5 punti. Scoprii che erano 5 solo quando la dottoressa di mio fratello me li tolse in quanto Don MIichele mi disse che avevo avuto solo un punto. Né io né la mia famiglia abbiamo mai avuto il referto medico dell’ospedale Pineta Grande. So che lo aveva trattenuto Don Michele, in quanto don Michele, tornati a casa sua quella sera, lo aveva in mano e non me lo diede".

Intanto domani, martedì 27 febbraio, gli indagati dovranno comparire dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia.

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