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Cronaca Casal di Principe

Vigile urbano ucciso in strada, ergastolo per il capoclan Francesco Schiavone

Carcere a vita anche per Giovanni Diana, imputato col boss nel processo

Una nuova condanna all’ergastolo per Francesco Schiavone. Il capoclan dei ‘Casalesi’ Sandokan dovrà scontare il carcere a vita per l’omicidio di Antonio Diana, vigile urbano ucciso l’8 febbraio del 1989 in via Roma, a Casal di Principe. La Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere ha condannato il boss della camorra alla pena massima, così come richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia.

Il tribunale ha condannato all’ergastolo anche Giovanni Diana, alias ‘o pazzo’. Il 71enne secondo i magistrati dell’antimafia aveva fornito supporto logistico ai killer mettendo a disposizione la sua abitazione. Per lui la Dda aveva chiesto una condanna a 28 anni.

Non è stata accolta quindi la tesi difensiva degli avvocati Valentino e Gallina, che aveva chiesto l’assoluzione dei loro assistiti. Secondo i legali le accuse nei confronti di Schiavone e Diana si fondavano su dichiarazioni non veritiere dei collaboratori di giustizia. In particolare vi sarebbe stata difformità nelle parole rese da Antonio Iovine e Cipriano D’Alessandro: ‘o ninno’ aveva spiegato ai magistrati che D’Alessandro non aveva partecipato al raid omicida, mentre quest’ultimo nel corso del dibattimento in aula aveva riferito di aver agito in prima persona.

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