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Cronaca

La droga di 'Nerone' spacciata nei Rioni: gli avvocati provano a smontare le tesi della Dda

Al via le arringhe dei difensori nel processo al gruppo di pusher

Al via le arringhe degli avvocati difensori nel processo a carico di "Nerone" ed altre 11 persone coinvolte nell'inchiesta "Quinto Imperatore" che portò allo smantellamento di alcune piazze di spaccio casertane. È quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al Gup Anna Imparato del Tribunale di Napoli.

Nel corso della prima udienza dedicata alle discussioni degli avvocati hanno preso la parola i legali Alfonso Iovino, Orlando Sgambati e Vincenzo Russo. Tutti hanno invocato l'assoluzione per i loro assistiti: Umberto Zampella, Vittoria Forgione, Rosario Palmieri, alias Nerone, Pietro Cioffi, alias Chiummino, Francesco Ascione, Kullau Agelart. Si torna in aula tra qualche giorno per discutere le posizioni degli altri imputati, affidate alle difese degli avvocati Rocco Maria Spina, Michele Di Fraia, Giuseppe Scala, Michele Mascia.

Sono inoltre sotto processo Massimo Gallo, Ciro Gallo, Mohamed Shoihry Ashray Waheb detto 'Marco l'egiziano', Enzo Palmieri alias 'U cocc', Antonio D'Agostino, Giovanni Esposito alias 'Giuvann a pezz'. Secondo la Dda tutti avrebbero preso parte ad una banda specializzata nel traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno permesso di accertare l'operatività di una ramificata consorteria criminale dedita allo spaccio di hashish, cocaina e crack nonché all'individuazione dei canali di approvvigionamento dello stupefacente a Napoli e Caivano.

Le principali aree di smercio della droga vennero individuate nel Capoluogo casertano all'interno dei rioni 'Vanvitelli', 'Santa Rosalia', 'Michelangelo'. Il gruppo criminale si reggeva su una solida struttura gerarchizzata con a capo Rosario ' Nerone' Palmieri principale promotore, organizzatore e finanziatore del sodalizio. Gli altri indagati rivestivano compiti e ruoli ben precisi. I canali di approvvigionamento della droga erano due. Lo stupefacente veniva acquistato nel Parco Verde di Caivano e nel quartiere San Giovanni a Teduccio a Napoli. Pattuito il prezzo la droga veniva trasportata in grossi quantitativi a bordo di auto e motocicli utilizzati ad hoc e anticipati da staffette. Lo stupefacente veniva poi lavorato a Caserta all'interno dell'abitazione di 'Nerone' ubicata nel rione Vanvitelli. Le dosi venivano smerciate poi in tempi record ossia in una sola giornata dalla finestra dell'abitazione di Rosario Palmieri.

Nel corso dell'attività investigativa vennero sequestrati circa 8,5 kg di stupefacenti, riscontrati oltre 100 episodi di cessione con relative segnalazioni alla Prefettura di Caserta degli acquirenti. Per gli indagati i pm della DDA Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri nelle loro requisitorie avanzarono richieste di condanna pari a 113 anni di carcere.

Nell'ambito della stessa inchiesta è stato già condannato con rito ordinario dal giudice Rugarli del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Augusto Villano difeso dall'avvocato Antonello Fabrocile che ha incassato 1 anno e 4 mesi di reclusione.

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