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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Fiumi di cocaina nel circolo: il super pentito lancia accuse agli ex 'soci in affari'

Capasso sentito nel corso del processo in Appello conferma le propalazioni rese agli inquirenti

Il superpentito Francesco Capasso 'faccia a faccia' con i suoi ex soci. E' quanto accaduto nel corso dell'ultima udienza del processo d'appello a carico di 11 persone coinvolte nell'inchiesta sullo spaccio di droga in un circolo di San Clemente a Caserta. 

Capasso ha ribadito quanto già evidenziato agli inquirenti nel corso degli interrogatori. Ha spiegato il sistema dello spaccio, con la piazza gestita da lui e Luigi Belvedere (anche lui imputato ed attualmente ricercato). Una piazza in grado di vendere "fino a 20-25 chili di cocaina al mese con guadagni di 20-25mila euro al giorno". 

Belvedere - secondo la ricostruzione di Capasso - avrebbe iniziato da normale 'pusher' al dettaglio: "Acquistava da me un pacco di cocaina ogni 10-15 giorni che pagava 38-39mila euro - spiega Capasso - Al momento della consegna Belvedere mi consegnava la metà del prezzo complessivo della fornitura e dopo una settimana rientrava con il pagamento". Nel 2016, Belvedere insieme con Luca Piscitelli (anche lui imputato) decide di mettersi in proprio e contatta Capasso per chiedergli di entrare in affari con loro. "In questo modo tutti i clienti che venivano ad acquistare a Caivano avrebbero avuto una maggiore convenienza risparmiando i costi e il rischio del viaggio", precisa ancora Capasso. L'idea iniziale è quella della "piazza al telefono", cioè dello spaccio itinerante ma Capasso consiglia a Belvedere di procurare un locale. "Avremmo formalmente aperto una sala giochi - spiega - attività che avrebbe giustificato il via vai dei clienti che sarebbero venuti ad acquistare la cocaina". Così nacque il circolo dello spaccio.

Lo step successivo fu quello di pendere in fitto un appartamento, sempre nella frazione di San Clemente. "Il contratto fu intestato ad un cittadino extracomunitario". All'interno dell'abitazione "custodivamo la droga e preparavamo le dosi di crack". Un'attività a tempo pieno: "iniziava intorno alle 19 e proseguiva fino alle 2-3 di notte" e che arrivava a fruttare fino a 25mila euro al giorno.

Si torna in aula a gennaio. Con Capasso e Belvedere sono imputati Vincenzo De Lucia, 51 anni di Caserta; Gaetano Ferrante, 25 anni di Casagiove; Massimiliano Luiso, 27 anni di Caivano; Michael Natale, 28 anni di Caivano; Vincenzo Alfredo Natale, 35 anni di Caserta; Celestino Pasquariello, 26 anni di Casagiove; Luca Piscitelli, 27 anni di Maddaloni; Salvatore Piscitelli, 29 anni di Caiazzo; Umberto Zampella, 38 anni di Caserta. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Gerardo Marrocco, Nello Sgambato, Daniele Delle Femmine, Cesare Gesmundo, Bruno Moscatiello, Paolo Sperlongano, Viviana Pasquariello, Antonello Fabrocile, Riccardo Moschetta, Carlo Ercolino e Alfonso Iovino.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo aveva messo in piedi un business della droga da migliaia di euro a settimana derivante dalla vendita di stupefacenti, prevalentemente cocaina e crack. La banda riusciva a rifornirsi di droga attraverso un canale privilegiato di approvvigionamento a Caivano. Lo stupefacente veniva poi stoccato, lavorato e suddiviso in dosi in un appartamento di via Cittadella, preso in fitto per farne una sorta di raffineria artigianale. Successivamente la droga veniva spacciata al dettaglio sia con gli appuntamenti con i clienti direttamente in strada, sia all'interno dello "Sport Club Giovanile" di via Caprio Maddaloni. 

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