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Cronaca Marcianise

La pax mafiosa sull'asse della droga: "Buonanno jr aveva rapporti con i Piccolo"

Le rivelazioni dei collaboratori di giustizia: "Inviava un pacco da un kg di cocaina alla volta al fratello a Milano"

La pax mafiosa nel segno del traffico di droga. Emerge dall'inchiesta sul giro di stupefacenti targato Belforte che sarebbe stato gestito da Giovanni Buonanno, figlio di Gennaro alias "gnocchino" esponente di spicco del clan dei Mazzacane. Secondo quanto riferito da alcuni collaboratori di giustizia "i figli di Gennaro Buonanno avevano frequentazioni con il clan rivale dei Quaqquaroni (Piccolo-Letizia nda) e pertanto non erano ben visti", ha spiegato ai giudici il collaboratore di giustizia Pasquale Aveta.

Circostanze che vengono confermate anche da un altro collaboratore di giustizia, Bruno Buttone che già nel 2013 aveva rivelato agli inquirenti che "il figlio di Gennaro Buonanno, Giovanni, comprava la cocaina da...un parente dei Letizia (non indagati nda). Sono a conoscenza di ciò - ha proseguito Buttone - In quanto mi è stato riferito dallo stesso Giovanni Buonanno".

Ma è Claudio Buttone a rivelare parecchi dettagli sul conto di Giovanni Buonanno. In particolare il collaboratore di giustizia riferisce che "era vicino a persone del clan Piccolo" e che per questo motivo suo fratello Bruno Buttone (all'epoca elemento di spicco dei Belforte) gli affidava incarichi come il recupero di scooter rubati per commettere omicidi "per metterlo alla prova". "Mio fratello Bruno - ha rivelato Claudio Buttone - mi ha riferito che lo stesso Buonanno doveva partecipare con lui all'omicidio di Andrea Letizia proprio perché essendo vicino a persone del gruppo Piccolo (rivale dei Belforte nda) era un grado di riconoscere tutti gli spostamenti di Andrea Letizia".

Non solo. Claudio Buttone ha anche riferito del business della droga gestito da "gnocchino" jr con i tentacoli della camorra arrivati fino a Milano. "Giovanni Buonanno ha un fratello uterino, cioè che hanno la stessa mamma e non il padre, che vive a Milano". Si tratta di Giuseppe Salzillo, anche lui coinvolto nella retata dei giorni scorsi, al quale Buonanno farebbe "recapitare un chilo di cocaina alla volta. Negli anni 2010-2011 la cocaina veniva trasportata a Milano da due ragazzi" che vennero sorpresi in una stanza d'albergo con il carico di stupefacenti.

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