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Cronaca Capua

La droga della 'base di Batman': 10 condanne

Il giudice ha inflitto pene per quasi 70 anni di carcere complessivi

Dieci condanne. Questo il verdetto pronunciato dal gup Saverio Vertuccio nei confronti di altrettanti imputati coinvolti nell'inchiesta sullo spaccio di droga tra Capua e l'Agro Caleno con base al complesso Primavera del rione Santagata di Capua, definita dagli stessi imputati "la base di Batman".

Il gup ha inflitto 16 anni e 8 mesi per Claudio Monaco, 51 anni di Capua, ritenuto capo e promotore dell'associazione dedita allo spaccio di stupefacenti; 12 anni per Fabio Mandesi, 28enne di Capua; 7 anni e 4 mesi per Davide Mandesi, 27enne di Capua; 8 anni per Antonio Di Rienzo, 53 anni di Capua; 6 anni e 8 mesi per Carmine Pistone, 31 anni di Capua; 1 anno e 8 mesi per Maria Francesca Russo, 26 anni di Casagiove; 3 anni per Antonio Di Lauro, 30 anni di Capua; 2 anni e 8 mesi per Stefano Insero, 38 anni di Caiazzo; 5 anni e 8 mesi per Luigi Verrone, 21 anni di Capua; 5 anni e 8 mesi per Giuseppe Vilardi, 48 anni di Caserta. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Di Furia, Carlo De Stavola, Filippo Barberi, Giuseppe Stellato, Mauro Iodice, Umberto Pappadia ed Angelo Santoro. 

Secondo la Dda - pubblici ministeri Simona Belluccio ed Anna Ida Capone - la piazza di spaccio sarebbe stata guidata da Claudio Monaco con la collaborazione stretta di suo fratello Roberto (deceduto di recente) e dei due fratelli Mandesi. Sarebbero loro i promotori di quella che viene dagli stessi indagati definita come una "multinazionale" della droga. Si sarebbero occupati dell'approvvigionamento - con le partite di hashish, cocaina e crack che dall'aversano giungevano a Capua attraverso corrieri - poi la droga veniva data agli altri sodali per essere venduta al dettaglio. 

La base del complesso Primavera veniva gestita sul modello di quelle napoletane, con telecamere e vedette per monitorare chi entrava e chi usciva. Anche la droga - prevalentemente hashish, crack e cocaina - veniva indicata con nomi criptici. Il gruppo aveva assunto tutte le precauzioni per eludere il lavoro dei carabinieri di Capua al punto da cambiare frequentemente schede e telefoni per rendere più complicato il lavoro degli investigatori che erano sulle loro tracce. 

La piazza di spaccio - ribattezzata dagli stessi indagati come la 'base di Batman' - aveva preso il sopravvento sul territorio dell'agro caleno dopo l'arresto dei vertici del clan Ligato, con cui Claudio Monaco, alias Cavuotto, era entrato in rotta di collisione (contro la sua abitazione vennero esplosi colpi di pistola). Con il gruppo Ligato fuori dai giochi la banda guidata da Monaco aveva assunto la gestione della droga in regime di monopolio, rifornendo anche pusher di territori vicini.

Altri 3 imputati hanno optato per il rito ordinario con il processo che ha preso il via dinanzi alla Prima Sezione Penale (Collegio A) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 

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