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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Capua

La droga della 'base di Batman': chieste 11 condanne

Invocati 20 anni per il capo Claudio Monaco, 18 per Fabio Mandesi. In tre rinviati a giudizio

Undici richieste di condanna. Questa la richiesta formulata dai pubblici ministeri nel corso del processo - con rito abbreviato - a carico di altrettanti imputati accusati di spaccio di droga tra Capua e l'Agro Caleno, con la base di spaccio (ribattezzata dagli stessi indagati la 'Base di Batman') al complesso Primavera del rione Santagata di Capua

I pubblici ministeri Simona Belluccio e Anna Ida Capone hanno invocato: 20 anni per Claudio Monaco, 51 anni di Capua, ritenuto capo e promotore dell'associazione dedita allo spaccio di stupefacenti nella piazza del complesso Primavera del rione Santagata di Capua; 11 anni e 4 mesi per suo fratello Roberto Monaco, 55 anni; 18 anni per Fabio Mandesi, 28enne di Capua; 8 anni per Davide Mandesi, 27enne di Capua; 12 anni e 8 mesi per Antonio Di Rienzo, 53 anni di Capua; 8 anni per Carmine Pistone, 31 anni di Capua; 2 anni e 8 mesi per Maria Francesca Russo, 26 anni di Casagiove; 3 anni per Antonio Di Lauro, 30 anni di Capua; 10 anni e 8 mesi per Stefano Insero, 38 anni di Caiazzo; 7 anni e 4 mesi per Luigi Verrone, 21 anni di Capua; 8 anni per Giuseppe Vilardi, 48 anni di Caserta. Si torna in aula a novembre per le arringhe dei difensori e la sentenza del gup Saverio Vertuccio del tribunale di Napoli. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Di Furia, Carlo De Stavola, Filippo Barberi, Mauro Iodice, Giuseppe Stellato, Umberto Pappadia, Angelo Santoro e Giuseppe De Lucia. 

A giudizio con rito ordinario, invece, Lucia Amendola, 54 anni di Capua; Arcangelo Piucci, 56 anni di Capua; Vincenzo Rossetti, 39 anni di Capua. Per loro il processo si aprirà dinanzi alla Prima sezione penale (collegio A) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Secondo la Dda, la piazza di spaccio sarebbe stata guidata da Claudio Monaco con la collaborazione stretta di suo fratello Roberto e dei due fratelli Mandesi. Sarebbero loro i promotori di quella che viene dagli stessi indagati definita come una "multinazionale" della droga. Si sarebbero occupati dell'approvvigionamento - con le partite di hashish, cocaina e crack che dall'aversano giungevano a Capua attraverso corrieri, un marocchino e Vincenzo Rossetti - poi la droga veniva data agli altri sodali per essere venduta al dettaglio. 

La base del complesso Primavera veniva gestita sul modello di quelle napoletane, con telecamere e vedette per monitorare chi entrava e chi usciva. Anche la droga - prevalentemente hashish, crack e cocaina - veniva indicata con nomi criptici. Il gruppo aveva assunto tutte le precauzioni per eludere il lavoro dei carabinieri di Capua al punto da cambiare frequentemente schede e telefoni per rendere più complicato il lavoro degli investigatori che erano sulle loro tracce. 

La piazza di spaccio - ribattezzata dagli stessi indagati come la 'base di Batman' - aveva preso il sopravvento sul territorio dell'agro caleno dopo l'arresto dei vertici del clan Ligato, con cui Claudio Monaco, alias Cavuotto, era entrato in rotta di collisione (contro la sua abitazione vennero esplosi colpi di pistola). Con il gruppo Ligato fuori dai giochi la banda guidata da Monaco aveva assunto la gestione della droga in regime di monopolio, rifornendo anche pusher di territori vicini.

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