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Cronaca Capua

Droga nella base di Batman: in 7 chiedono l'abbreviato

Rito alternativo per il presunto capo Claudio Monaco, suo fratello Roberto ed i Mandesi

Sono 7 le richieste di rito abbreviato formalizzate nel corso dell'udienza preliminare a carico di 14 persone accusate di spaccio di droga tra Capua e l'Agro Caleno.

Durante la prima udienza, celebrata nei giorni scorsi dinanzi al gup Saverio Vertuccio del tribunale di Napoli, hanno chisto il rito alternativo: Claudio Monaco, 51 anni di Capua, ritenuto capo e promotore dell'associazione dedita allo spaccio di stupefacenti nella piazza del complesso Primavera del rione Santagata di Capua; suo fratello Roberto Monaco, 55 anni; Davide e Fabio Mandesi, 27 e 28 anni di Capua; Antonio Di Rienzo, 53 anni di Capua; Carmine Pistone, 31 anni di Capua; Maria Francesca Russo, 26 anni di Casagiove.

Altri imputati si sono riservati sulla richiesta di abbreviato e dovranno formalizzare l'istanza entro la prossima udienza. Si tratta di Lucia Amendola, 54 anni di Capua; Antonio Di Lauro, 30 anni di Capua; Stefano Insero, 38 anni di Caiazzo; Arcangelo Piucci, 56 anni di Capua; Vincenzo Rossetti, 39 anni di Capua; Luigi Verrone, 21 anni di Capua; Giuseppe Vilardi, 48 anni di Caserta. Si torna in aula fra poco più di due settimane quando prenderà la parola il pm della Dda Simona Belluccio. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Di Furia, Carlo De Stavola, Filippo Barberi, Mauro Iodice, Giuseppe Stellato, Umberto Pappadia, Angelo Santoro e Giuseppe De Lucia. 

Secondo la Dda, la piazza di spaccio sarebbe stata guidata da Claudio Monaco con la collaborazione stretta di suo fratello Roberto e dei due fratelli Mandesi. Sarebbero loro i promotori di quella che viene dagli stessi indagati definita come una "multinazionale" della droga. Si sarebbero occupati dell'approvvigionamento - con le partite di hashish, cocaina e crack che dall'aversano giungevano a Capua attraverso corrieri, un marocchino e Vincenzo Rossetti - poi la droga veniva data agli altri sodali per essere venduta al dettaglio. 

La base del complesso Primavera veniva gestita sul modello di quelle napoletane, con telecamere e vedette per monitorare chi entrava e chi usciva. Anche la droga - prevalentemente hashish, crack e cocaina - veniva indicata con nomi criptici. Il gruppo aveva assunto tutte le precauzioni per eludere il lavoro dei carabinieri di Capua al punto da cambiare frequentemente schede e telefoni per rendere più complicato il lavoro degli investigatori che erano sulle loro tracce. 

La piazza di spaccio - ribattezzata dagli stessi indagati come la 'base di Batman' - aveva preso il sopravvento sul territorio dell'agro caleno dopo l'arresto dei vertici del clan Ligato, con cui Claudio Monaco, alias Cavuotto, era entrato in rotta di collisione (contro la sua abitazione vennero esplosi colpi di pistola). Con il gruppo Ligato fuori dai giochi la banda guidata da Monaco aveva assunto la gestione della droga in regime di monopolio, rifornendo anche pusher di territori vicini.

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