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Cronaca Capua

La droga nella base di Batman: "Siamo come una multinazionale"

Il capo Monaco si sfoga dopo aver sorpreso uno spacciatore nella sua zona: "Qua è casa nostra, il fumo lo vendiamo noi". Primi interrogatori per gli indagati

"Il reddito di cittadinanza e vuole parlare con noi che siamo una multinazionale". Così Claudio Monaco, 51enne di Capua ritenuto il capo della rete di spacciatori del rione Santagata, intercettato mentre si trovava in auto con il suo fidato collaboratore Fabio Mandesi. 

I due si stanno confrontando sulla conversazione avvenuta tra Monaco e Vincenzo Rossetti (anche lui indagato a piede libero). Monaco, detto 'o cavuotto, nota Rossetti al Rione Santagata per una consegna di droga ad una persona. "Qua stiamo noi, se vuoi campare devi campare con il fumo nostro", avrebbe detto Monaco a Rossetti. "L'ingrosso lo facciamo noi, non è che tu vieni e questo dice di avere un'alternativa. Qua il fumo lo diciamo noi chi lo deve prendere e come lo deve prendere. Qua è casa nostra". Uno scambio dopo il quale Rossetti sarebbe passato nel gruppo Monaco: "io voglio stare assieme a voi. Dammi due plance a settimana", captano gli inquirenti. 

Dopo quella conversazione Monaco si confronta con Fabio Mandesi, suo stretto collaboratore insieme al fratello Davide ed a Roberto Monaco (fratello di Claudio). "Vuole parlare pure - dice - Il reddito di cittadinanza e vuole parlare con noi. Niente di meno siamo una multinazionale ... Questi qua si devono scamazzare". E il modo è chiaro: "E' il caso da mettergli un cappio alla gola e di buttarlo qua dentro, nelle pannocchie". E se dovesse accadere ancora che qualcuno si permette di spacciare nel loro territorio: "bruciamo la macchina. Senza perdere tempo, la fente la devi far imparare così". 

Intanto in mattinata, dinanzi al gip Campanaro, si sono svolti gli interrogatori di garanzia degli indagati. I fratelli Monaco ed i fratelli Mandesi, insieme ad Arcangelo Piucci hanno risposto alle domande del magistrato. Tutti hanno negato l'esistenza di un'associazione dedita allo spaccio ma che ognuno era libero di muoversi come meglio credeva. Inoltre, sono state formulate letture alternative al contenuto delle intercettazioni. Alla luce dell'interrogatorio i legali stanno preparando gli atti per il ricorso al Riesame. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Paolo Di Furia, Giuseppe Stellato, Umberto Pappadia e Carlo De Stavola.

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