Un bambino di 8 anni utilizzato dai genitori per consegnare la droga agli acquirenti
Il retroscena emerso nel corso delle indagini della Finanza sulla famiglia Cappello
Da un’indagine sullo spaccio di banconote false (ai danni di tre persone ore indagate a piede libero) alla scoperta di un business fiorente dedicato alla vendita di droga. E’ partita così l’inchiesta che ha portato la Guardia di Finanza di Piedimonte Matese a scoprire l’organizzazione criminale gestita dalla famiglia Cappello che ha portato all’arresto di 5 persone ed alla notifica di un’ordinanza di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di altri 4 soggetti, mentre 6 sono indagati a piede libero.
La droga affidata ad un bambino di 8 anni
Dall’inchiesta (che ha riguardato fatti relativi agli anni 2017 e 2018) è emerso come Valerio Cappello insieme alla moglie Silveria Luciani non aveva timore ad utilizzare per la consegna della droga il proprio figlio minorenne, che all’epoca aveva appena 8 anni, al quale veniva affidato il compito di portare, all’uscita del palazzo, la droga che era stata precedentemente ordinata dall’acquirente ai genitori. Il tutto per cercare di evitare i controlli da parte delle forze dell’ordine. Il linguaggio criptico utilizzato dai soggetti, gli incontri organizzati sempre in località diverse, compreso le abitazioni provviste di sistemi di videosorveglianza privati, erano tutti espedienti per eludere le indagini e i controlli a loro carico da parte degli inquirenti.