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Cronaca Trentola-Ducenta

Don Michele confessa gli abusi dopo 72 ore di carcere. "Chiedo scusa alla famiglia"

Il parroco non si è sottoposto ad interrogatorio, ma ha reso spontanee dichiarazioni. L'avvocato ha chiesto i domiciliari. Spunta aggressione subita qualche giorno prima dell'arresto sull'Asse Mediano

Troppo provato per affrontare un interrogatorio, don Michele Mottola dopo 72 ore di carcere ha comunque reso una dichiarazione spontanea questa mattina davanti al gip del tribunale di Napoli Nord Santoro che ha firmato l'ordine d'arresto a suo carico per gli abusi sessuali a carico di una bambina di 10 anni che frequentava la sua parrocchia di Trentola Ducenta (che ha guidato fino a maggio quando è stato sospeso dal vescovo di Aversa Angelo Spinillo). 

Don Michele, accompaganto dall'avvocato Antimo D'Alterio, ha ammesso le sue responsabilità ed ha chiesto scusa alla bambina ed alla sua famiglia, manifestando il proprio "senso di vergogna" per quello che aveva fatto. Ha anche ammesso di aver iniziato un percorso (anche spirituale) per affrontare quanto accaduto. Contestualmente il suo legale ha presentato una richiesta al gip di revoca della detenzione in carcere coi domiciliari: nelle prossime ore si conoscerà la decisione finale del giudice.

Il 59enne, residente a Qualiano, è stato incastrato dalla sua stessa vittima che, dopo essere finita al centro delle sue attenzioni, ha pensato bene di registrarlo col cellulare durante gli incontri che avevano in parrocchia prima di denunciare tutto a due persone che frequentavano la stessa chiesa. Sono stati quest'ultimi a mettere al corrente il vescovo Spinillo e la famiglia della bambina, permettendo l'avvio delle indagini affidate al commissariato di polizia di Aversa guidato dal dirigente Vincenzo Gallozzi. Pochi mesi di indagine sono bastati per ottenere la conferma che la denuncia della bambina di 10 anni era basati su fatti vere e confermate proprio dalle registrazioni

Intanto è emerso che, pochi giorni prima dell'arresto, don Michele sarebbe stato speronato in auto, mentre percorreva l'Asse Mediano (verso Secondigliano), da un'automobile a bordo della quale viaggiava un parente della bambina vittima dei suoi abusi, che poi lo avrebbe anche malmenato. L'aggressione, che è stata denunciata, sarebbe stata interrotta dall'arrivo di due motociclisti.

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